Il regista Aldo Fabbri ci porta nel mondo di Linda Evil, indiscussa padrona di un universo, quello del BDSM, con le proprie regole

“Bondage, dominazione e sottomissione, sadismo e masochismo”

Il coraggio è nella verità di raccontare storie al di fuori dei canoni di pseudo normalità, in un Paese come il nostro dove i taboo sono ordinari e molteplici, dettati da una cultura centenaria di matrice cattolica. Il produttore Massimo Bezzati ha dato il suo contributo all’abbattimento di quel muro, come il cinema ha fatto con film come il provocatorio Shortbus di John Cameron Mitchell e il più conosciuto Venere in Pelliccia di Roman Polanski, realizzando il documentario sul BDSM in Italia Essere Linda Evil, diretto da Aldo Fabbri.

LINDA EVIL, INCONTRASTATA IMPERATRICE DEL SUO REGNO

Linda Evil (nome d’arte di Linda Neri) è una dominatrice da tutta la vita, una donna alpha che ha fatto della sua indole naturale una professione votata al desiderio di dominazione sugli schiavi; entrare nel suo dungeon privato è un privilegio che il regista ha saputo cogliere con cura nelle riprese in dettaglio e nei primissimi piani, dove Linda non solo dimostra di tenere testa alla macchina da presa, ma allo stesso tempo esprime tutta la sua forza nello sguardo.

essere linda evil
Linda Evil con il suo schiavo

“La passione della lussuria sarà servita; essa pretende, essa milita, essa tiranneggia.”

Nella discesa (o salita a dir si voglia) nel cosmo del BDSM, Linda è la perfetta Cicerone fra i due regni: quello del “normale” e il suo, fatto di schiavi dominati mentali – sempre “safe, sane and consensual” (SNC) – e fisici, al suo completo servizio nella totale devozione.

In questa narrazione unilaterale non c’è interesse alcuno ad analizzare il carattere patologico dietro il desiderio, quello che per Freud era la condizione naturale umana e il suo successore Carl Gustav Jung definiva “spinta vitale” dalla quale nessuno può scappare, ma è una catarsi a tutti gli effetti di girone in girone nel concetto di mistress, del piacere e della dominazione psicologica e fisica che Linda provoca nei suoi sottomessi con l’esercizio di pratiche come il ballbusting, orgasm control, cbt, punizioni corporali, tease and denial, umiliazioni, spanking, foot fetish, spitting, role play, game chastity, headscissors e molti altri.

Ed è proprio dall’intervista a uno di questi schiavi che ci avviciniamo sempre di più alla vita di Linda e al suo ruolo nel mondo del BDSM, dal meccanismo psicologico che si attiva quando un uomo (ma anche donna) entra nel suo mefistofelico girone di piacere fatto di scarpe borchiate coi tacchi, vestiti (il dresscode) e intimo di ogni genere, fruste e strumenti di “tortura” e privazione sessuale.

Prodotto da Massimo Bezzati in collaborazione con Moonlight Legacy Production, Essere Linda Evil è la rappresentazione di come un prodotto indipendente e low budget, se ben scritto e diretto come questo, riesca a offrire uno storytelling di qualità, lontano da quel mainstream che ad oggi risulta più debole che mai.