Black Panther: Wakanda Forever ci accompagna nel futuro del MCU con la certezza che non dimenticheremo mai Re T’Challa e il suo volto.

Arriva nelle sale italiane Black Panther: Wakanda Forever, sequel di Black Panther che ha il duro compito di portare avanti le sorti del personaggio (e del MCU) dopo la scomparsa del compianto Re T’Challa, Chadwick Boseman.

Black Panther Wakanda Forever recensione
(L-R): Dorothy Steel as Merchant Tribe Elder, Florence Kasumba as Ayo, Angela Bassett as Ramonda, Danai Gurira as Okoye in Marvel Studios’ Black Panther: Wakanda Forever. Photo courtesy of Marvel Studios. © 2022 MARVEL.
Premessa

C’è una confessione, che devo farvi, stimati lettori di CineAvatar, prima di iniziare a parlarvi di Black Panther: Wakanda Forever.

Il primo Black Panther non mi è piaciuto un granché. E non perché non ami il personaggio, il quale – a mio avviso – è il vero “MVP” della Civil War cinematografica, quanto più per problemi tutti miei legati alla messa in scena e alla matrice narrativa (nella quale includo anche il comparto tecnico) non all’altezza di quanto mi aspettassi.

Ecco che quindi mi sono ritrovato ad approcciarmi a questo sequel con più dubbi che hype, pronto però a ricredermi qualora la creatura di Ryan Coogler avesse saputo stupirmi.
E lo ha fatto.

Black Panther Wakanda Forever recensione
Letitia Wright as Shuri in Marvel Studios’ Black Panther: Wakanda Forever. Photo courtesy of Marvel Studios. © 2022 MARVEL.
Dolore e lutto, vita e morte, vendetta e perdono.

Per parlare di Black Panther Wakanda Forever è, ovviamente, prima necessario affrontare l’elefante nella stanza, ovvero la drammatica morte di Chadwick Boseman, il talentuoso attore che ha legato buona parte della sua breve carriera al personaggio di Lee e Kirby.

La sua presentissima assenza (passatemi il gioco di parole) aleggia su tutto il film e viene trattata, soprattutto all’inizio e alla fine in un ipotetico cerchio narrativo, in modo perfettamente rispettoso, dolce. È come se chi sta davanti e dietro alla macchina da presa abbia deciso di prendere per mano il pubblico ed esorcizzare il dolore e il vuoto inserendo questa elaborazione del lutto nell’ossatura stessa della storia.

Perché Black Panther Wakanda Forever, proprio di questo parla: dolore e lutto, vita e morte, vendetta e perdono.
Come si affronta la morte? Come si affrontano le minacce e i sospetti? Ognuno dei personaggi prende una strada diversa, ma è su Shuri e Namor (anzi…Namòr) che ci concentriamo maggiormente.

Anime irrequiete e perse, divorate da dentro da quello stesso fuoco che vorrebbero riversare sul mondo che gli ha strappato ciò che più amavano. Anime che si trovano e si perdono lungo tutto il lungometraggio.
Il Primo Mutante di Tenoch Huerta esce vincitore dal duello recitativo con Letitia Wright, che pure porta al film una prestazione di altissimo livello (quasi una rinascita, dopo le polemiche che l’hanno investita per alcune sue scellerate dichiarazioni sulla pandemia).
Anche se entrambi si inchinano davanti ad una Angela Bassett regale, granitica eppure meravigliosamente fragile in quell’unica scena che la vede più madre che regina (e infatti, in quella scena, porta un peso sul cuore e non sulla testa).

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Tenoch Huerta as Namor in Marvel Studios’ Black Panther: Wakanda Forever. Photo courtesy of Marvel Studios. © 2022 MARVEL.
In memoria di Re T’Challa 

Il film in sé non è perfetto, ha un montaggio a volte eccessivamente serrato mentre altre si lascia andare a macchinazioni inutili (quanta, odiosa, slo-mo Ryan! La DC sta là in fondo, qui siamo alla Marvel!) ed è decisamente troppo lungo.
L’atto finale risolleva di molto alcuni, farraginosi, segmenti narrativi e la scena post credit, per la prima volta, è un commovente abbraccio che non pone le basi per alcunché nel MCU, confermando il trend più “intimista” di questa fase, rispetto alla maggiormente interconnessa e interdipendente ondata di film che ci ha fatto sognare dal 2008 al 2019.

Black Panther: Wakanda Forever in definitiva si pone come un significativo passo avanti rispetto al film del 2017 e ci accompagna nel futuro del MCU con una nuova Pantera Nera e molte incognite sul futuro di alcuni dei comprimari. Ma soprattutto con la certezza che non dimenticheremo mai Re T’Challa e il suo volto.

VALUTAZIONE CINEAVATAR

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