Roma 2015, Focus 1: il giorno della verità per James Vanderbilt; Joel Cohen e Frances McDormand incontrano il pubblico

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E’ iniziata la kermesse cinematografica che proprio questo’anno spegne 10 candeline, la prima presieduta dal nuovo direttore artistico Antonio Monda e organizzata dalla presidentessa della Fondazione Cinema per Roma Piera Detassis. Questa sarà la prima edizione senza giurie e cerimonie che riportano alla memoria i festival più classici, primi fra tutti Venezia e le edizioni impostate dal decano Gian Luigi Rondi.
In una Roma graziata dai terribili nubifragi dei giorni passati, centinaia di curiosi sono venuti a vivere l’emozione di ammirare i propri registi e attori preferiti senza nessuno schermo a dividerli, girovagando per il festival con la semplice curiosità di chi vuole sentirsi partecipe di un mondo diverso dal proprio quotidiano.
La prima conferenza stampa non poteva che essere che con il regista James Vanderbilt e i produttori di Truth, film d’apertura sullo Scandalo Rathergate che nel 2004 travolse il Presidente degli Stati Uniti  George W. Bush in lotta per il suo secondo mandato contro il democratico John Kerry; film che abbiamo visto per voi e di cui potete leggere la recensione qui.
Grande assente a causa di un ritardo con il volo, l’autrice del libro Truth and Duty da cui è stato tratto il film, nonché la protagonista principale di quei giorni tumultuosi: la giornalista Mary Mapes.
In poco più di 30 minuti i giornalisti di tutto il mondo presenti al festival hanno voluto condividere con il regista l’apprezzamento per una pellicola coraggiosa, una storia dove l’importante è informare senza giudicare e dove si esalta la figura del giornalista che lo stesso Vanderbilt definisce  importantissima:
«Ognuno nel film cerca di fare il massimo ma la verità sfugge, non per questo però è meno necessaria, anche se il prezzo da pagare è il crollo della propria carriera.»
Anche se i protagonisti principali (Robert Redford e Cate Blanchett) sono i grandi assenti di questo Festa del Cinema, Vanderbilt ha espresso parole di grandissima ammirazione, soprattutto per la Blanchett che ha definito un’attrice fenomenale; dopo il premio Oscar ricevuto per il film di Woody Allen Blue Jasmine, è stata lei stessa a voler lavorare con un regista esordiente alle prime armi.

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Nel tardo pomeriggio una meravigliosa coppia artistica e affettiva ha voluto incontrare il pubblico in un faccia a faccia condotto dal direttore artistico Antonio Monda: stiamo parlando del regista Joel Coen e della sua musa Frances McDormand.
I 2 premi Oscar si sono conosciuti nel 1984, durante il provino per Blood Simple-Sangue Facile, film d’esordio di Joel, e da quel momento per loro è cambiato tutto.
«Lo vidi, seduto a un tavolo, con un posacenere pieno di cicche: era tutto il giorno che fumava. Gli ho chiesto una sigaretta. Loro mi hanno detto di tornare nel pomeriggio, alle due. Gli dissi: “Non posso, il mio ragazzo ha avuto una particina in una soap, gli ho promesso di guardarla. Alle quattro va bene lo stesso?”. Imparate a dire di no. Mio marito non fa che dirmi che mi hanno presa per quel ruolo che mi ha cambiato la vita solo perché rifiutai il primo appuntamento proposto. Ho dato prova di essere interessante. Ma anche di grande lealtà, non trovate?»
Frances tornò a casa a vedere il suo ragazzo recitare in quella piccola soap e si ripresentò alla 4 del pomeriggio:
«Quando realizzai che in una scena sarei dovuta passare dal divano a un letto per fare l’amore nuda, dissi: “Non credo di essere all’altezza”. “Non ti preoccupare”, mi rassicurò lui. “Teniamo più alla violenza che al sesso”. Allora pensai: “Mi posso fidare di quest’uomo per sempre, nel bene e nel male”.»
Si è andato a creare così un amore professionale e umano che, nella durissima Hollywood, dei divorzi facili dura da ben 31 anni ed è più saldo che mai, basta guardare i piccoli gesti della coppia: per l’intera intervista, Frances ha sempre premurosamente riempito il bicchiere d’acqua di Joel e i loro sguardi complici sono risaltati al pubblico, così come la grandissima simpatia dell’attrice e la timidezza del regista, tipica di chi dà il meglio di sé dietro la macchina da presa.
Antonio Monda, attraverso 5 clip significative tratte dai loro film più celebri, si è addentrato negli aspetti più intimi della coppia marcando la passione che li unisce. Frances ha fortemente voluto sottolineare il suo impegno nello studio, culminato in un master in Belle Arti, e la gavetta che l’ha portata a lavorare anche come cassiera per pagarsi il corso di teatro; stiamo parlando di un donna indipendente e forte dal grande carisma (dentro e fuori dallo schermo), paragonatasi alla nostra Anna Magnani, di cui è grande ammiratrice.
Ma qual’è il segreto di un legame così lungo?
«Non sentire assolutamente la pressione, caro… parla liberamente»
Gli sguardi s’incrociano e poi Frances riprende il timone della conversazione:
«Dai, non ti preoccupare amore, rispondo io. Il segreto è avere storie diverse da raccontare. C’è da tornare a casa e avere molto di cui parlare.»
I due sono stati infine omaggiati con un significativo montaggio di tutte le grandi coppie celebri della storia del cinema, da Rita Hayworth e Glen Ford, fino ai nostri Roberto Benigni e Nicoletta Braschi.
Il piacevolissimo incontro si è concluso con un loro piccolo regalo: una clip tratta da uno dei loro film preferiti, La Storia di Qiu Ju, pellicola del 1992 diretta dal maestro Zhāng Yìmóu, un’opera intima e distaccata dove la telecamera segue da lontano gli attori e c’è un sapiente utilizzo del colore; non a caso, solo alla fine il regista mostra un primo piano della protagonista Gong Li.
Una giornata all’insegna della sobrietà del buon cinema che si è conclusa con il red carpet delle celebrità presenti alla prima di Truth, alla presenza del Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Dario Franceschini.
A domani con il secondo giorno della Festa del Cinema di Roma!