Il 17 Ottobre 2019 lo Spazio Roma Lazio Film Commission – AUDITORIUMARTE, Auditorium Parco della Musica ha ospitato l’anteprima del cortometraggio Green Pinocchio, scritto da Annapaola Fabbri, diretto da Marta Miniucchi e prodotto da Paolo Rossi Pisu per Genoma Films. Al termine della proiezione la regista ha incontrato la stampa e il pubblico della 14° edizione della Festa del Cinema di Roma insieme alla sceneggiatrice, alla costumista Eva Aremar e Ilaria Sergi di Comunicazione per l’Efficienza Energetica ENEA.
“Nel corto non ci sono contenuti particolarmente innovativi, niente di inedito che non abbiamo già sentito tutti più volte, come chiudere l’acqua quando non serve, usare poco dentifricio etc…Ciò nonostante non tutti lo fanno, quindi abbiamo pensato che fosse ancora necessario parlarne. Si tratta di un corto semplice, adatto a un pubblico di tutte le età e potrebbe essere proiettato prima di un film o nelle scuole” ha dichiarato Marta Miniucchi, aggiungendo: “Abbiamo scelto Pinocchio perchè è una fiaba italiana, un racconto di formazione e in particolare della formazione di una coscienza che è quello che emerge dal nostro corto e dal classico di Collodi”.
Annapaola Fabbri, sceneggiatrice ha spiegato che “questo corto vuole suggerire di smettere di vivere nel paese dei Balocchi senza pensare a niente, senza prendersi cura di noi stessi e degli altri e del Pianeta che ci ospita, pensando che intanto andrà tutto bene. Non è così, lo sappiamo tutti ed è bene ribadirlo. Pinocchio infatti ci esorta a essere degli esseri umani, non dei burattini o animali come il gatto e la volpe, ma persone grate e responsabili. Occorre ascoltare la propria coscienza, vivere il momento presente e scegliere di diventare un essere umano e non una testa di legno”. “Il messaggio è semplice. Non ci vuole molto per stare attenti all’ambiente, non si deve prendere come una imposizione. Se mangi una caramella non butti la carta per terra, per fare un esempio banale. Noi abbiamo totalmente abolito la plastica sul nostro set, abbiamo utilizzato borracce, pulmini per muoverci tutti insieme, abbiamo mangiato in piatti di ceramica e il materiale per la promozione del corto è stato stampato con carta riciclata. Abbiamo cercato il più possibile di stare attenti, per quanto sia stata una produzione piccola non certificata”.
“Per i costumi volevamo che fossero moderni e attuali per permettere allo spettatore di immedesimarsi. Abbiamo preso spunto da Le Avventure di Pinocchio di Luigi Comencini, come potete notare dalle orecchie da lumaca. I costumi che abbiamo creato per questo corto sono per il 90% usati, di seconda mano. E dopo averli usati per il corto abbiamo donato questi abiti a chi ne aveva bisogno perchè abbiamo pensato che potessero avere ancora una vita e potessero essere utili ad altri” ha detto la costumista Aremar. Infine Ilaria Sergi di ENEA ha concluso con questa importante riflessione: “In questo momento siamo un po’ tutti dentro la bocca della balena, soprattutto a livello culturale. ENEA si occupa di progetti di diffusione e sensibilizzazione. La ricerca scientifica offre tanti strumenti efficaci ed equilibrati e il messaggio è rassicurante. La sostenibilità ambientale ed energetica è un processo in atto e inarrestabile. Il cambiamento c’è, ma deve essere fondamentalmente culturale. Questo corto può permettere di mandare un messaggio alle famiglie, aiutando a dire le cose giuste con il linguaggio semplice che avvicina e sensibilizza su determinati argomenti”.
SINOSSI
Pinocchio è stanco di essere un burattino nel Paese dei Balocchi. Vivere senza responsabilità, senza creare valore, senza rispetto per l’ambiente che ti ospita e senza pensare al futuro l’ha fatto diventare soltanto un asino. Ora ha deciso di ritrovare Geppetto e con lui cercare il modo di diventare un essere umano. E lo diventerà! Perché ha deciso di vivere responsabilmente rispettando l’ambiente che lo accoglie. Green Pinocchio racconta questo: quando l’esperienza dell’adulto, qui nella figura di Geppetto, si unisce alla passionalità della gioventù, qui Pinocchio, ed entrambe vengono indirizzate dalla saggezza e dall’accoglienza, qui simboleggiate dalla Fata Turchina, ogni individuo può finalmente diventare un vero essere umano.
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