Casablanca di Michael Curtiz è classico intramontabile, un film sospeso tra sogno e realtà.

«Suonala Sam. Suona Mentre il tempo passa». As Time Goes By è un manifesto sonoro che racchiude in sé tanto dell’importanza di Casablanca. Ne accompagna l’eco di un ricordo lontano e inafferrabile. Scorre nella fluidità di un passato che non c’è e che forse non è mai esistito e si scontra con l’ineluttabile realtà del presente.

il classico di Michael Curtiz di ritorno al cinema

Per i 100 anni della sua fondazione, Warner Bros. festeggia riportando in sala alcuni dei capolavori che, oltre ad aver segnato un’epoca e aver resistito alle pieghe del tempo, sono annoverati tra i film che hanno fatto la storia del cinema. Casablanca non poteva mancare (qui il trailer).

Un film che resiste al giudizio.

Casablanca è un film sospeso nel tempo parallelamente tra sogno e realtà. Tra due scelte. Una dicotomia incorniciata nella sua duplice sostanza di film di propaganda, mascherato da melodramma e nella rappresentazione di due tipi cinematografici, Rick Blaine (Humphrey Bogart) e Victor Laszlo (Paul Henreid), che culmina in un triangolo amoroso con al vertice Ilsa Lund (Ingrid Bergman).

Così mentre il tempo passa, a 80 anni di distanza il capolavoro classico, per la regia di Michael Curtiz, rimane un punto fermo per la comprensione, a-posteriori, della grandezza della cinematografia di Hollywood del periodo classico.

La forza del cinema classico.

Pellicola del 1942, Casablanca è un’opera imprescindibile della cultura cinematografica. Benché sia un prodotto di un’epoca sbiadita, il film colpisce lo spettatore per la sua incredibile varietà tematica nell’apparente stereotipia dei generi e per capacità di incastro, nella linea narrativa centrale, di una molteplicità di registri stilistici e drammaturgici.

Il sogno e la realtà si fondono e si confondono in Casablanca. L’alternarsi di flashback del passato e il ritorno al presente determina un continuo gioco di incastri, rispecchiamenti e rovesci che trovano il loro corrispettivo nel mutare della personalità dei tre personaggi principali. Forze che cercano di costruirsi e di destreggiarsi in un mondo in sfacelo, ma con cui il destino beffardo si diverte a giocare e a destabilizzare.

A questa “sfilata” si aggiunge poi il manifestarsi dell’inconfondibile stile classico, dominante nel cinema hollywoodiano, che fa dello star system uno dei suoi punti di forza maggiori. Perché il film ruota attorno alle personalità attoriali, chiamate ad interpretare dei “tipi”.  Uno “stereotipo” vincente, che non manca però di adattarsi al tipo si storia raccontato e alla forza degli eventi che si dispiegano lungo tutta la narrazione.

Un war movie travestito da melodramma.

Casablanca non è solo un film su un amore destinato a non avere futuro. Una facciata che imbelletta di sentimento un quadro narrativo complesso e affascinante in cui il racconto sentimentale si dipana come un velo, per incorniciare il vero fulcro drammaturgico.

Scostando la patina perfettamente confezionata in un elegante e nostalgico bianco e nero, curato da Arthur Edeson, si palesa, non innocentemente, il vero intento narrativo della pellicola è più cinico e materialista.

il classico di Michael Curtiz di ritorno al cinema

È il 1942 quando esce la pellicola.

Gli Stati Uniti sono nel pieno coinvolgimento della Seconda guerra mondiale e si preparano ad orientare gli equilibri e gli assetti di un conflitto, che li vede in un’azione interventista massiccia. Il film è schierato interamente in quella direzione: una propaganda sottile ma manifesta che vuol dar vedere una presa di posizione ferma e decisa su quello che deve essere il ruolo della Nazione stessa, in una rete di alleanze che vuole padroneggiare.

Il war movie si mescola sapientemente alle sfumature del film: una pellicola dall’azione meno fisica e più strategica, in cui intrigo, corruzione e denaro irrompono in quella che è la realtà. Le battaglie venivano prima di tutto combattute con la pianificazione degli strateghi.

Un vivido e oscuro tableau vivant.

Casablanca è più stratificato e complesso di quello che appare a una prima visione, sia per i continui rimandi politici e sociali che nascondono una patina di propagandismo, sia per il giudizio morale che scaturisce dalla messa in scena delle azioni e dei comportamenti di tutti i personaggi, motore degli eventi e degli sviluppi. Un’ineluttabile realtà che la pellicola non dimentica di ricordare allo spettatore, anche attraverso la drammatica “gara” tra la Marsigliese e la canzone patriottica Die Wacht am Rhein.

Il fascino esercitato dal divismo.

Ma se un film così tanto al maschile per la predominanza di tematiche associate metodicamente allo sguardo maschile e per il protagonismo dei due personaggi principali, oltre al grande contributo dei comprimari, perché viene soprattutto ricordato come un meraviglioso melodramma?

Casablanca: il classico di Michael Curtiz di ritorno al cinema

Perché Hollywood esercita in tutto e per tutto il ruolo di fabbrica dei sogni.

Non è solo lo spazio dato alla storia d’amore nell’intreccio con gli eventi più bellici, quanto il grande potere che Ingrid Bergman suscita con la sua capacità immedesimativa in un ruolo altrimenti stereotipato e il potere divistico che la sua fotogenia scatena sancendo un patto tacito con il pubblico.

La carica dell’attesa e delle aspettative rappresentavano la cifra stilistica del disvelamento dei divi, contornata da virtuosismi di messa in scena cinematografica

La rivelazione del personaggio di Ingrid Bergman rappresenta la sorpresa: nonostante ci si aspetti l’apparizione della diva, quando arriva è una sorpresa. Per noi e per i personaggi. La storia può cominciare.

Se lei incarna il punto romanticamente debole della pellicola è perché così è voluto. La tragicità del personaggio di Ilsa forse giganteggia ancor più del sacrificio personale di Rick nella scena finale d’addio.

Nella sequenza di chiusura della storia è lui che la lascia lui ci fa la bella figura, sancendo dunque il suo ruolo di good bad guy, quell’outlaw hero che fa breccia nei cuori degli spettatori. Ma Ilsa con la dignità del suo ruolo non è da meno. Non abbassa la testa. Lei per prima abbandonando Rick gli permette di salvarsi, e si salva da sola tornando da Victor Laszlo; perché i giorni di Parigi sono stati un effimero sogno, eppure così reale da scaldare il cuore in quel grigio e freddo aeroporto che porta con sé la fine di tutto.

Il potere di un divo:

Humphrey Bogart rappresenta l’emblema di uno star system volto a nobilitare e privilegiare il sogno americano, sui cui ricadono tutte le speranze e attese del pubblico.

Il disvelamento del suo personaggio è annunciato ed atteso e rispetta tutti i crismi del virtuosismo cinematografico americano dell’epoca. Il sistema classico ne ha fatto il centro portante di molte sue pellicole, uno stilema che quando ben usato, come in Casablanca innalza la figura dell’ eroe prescelto, in questo caso anti-eroe, a scapito di tutti gli altri personaggi.

Lo spettatore sa che lui risolverà la situazione. Nonostante lo scoramento e la delusione che prova per una mancata possibilità di futuro, per una promessa infranta e una fiducia tradita non può mancare nella fede dei suoi ideali. Essi devono venire prima degli interessi personali.

Rick ed Ilsa e… Laszlo.

L’attenzione è tutta concentrata sui personaggi, simboli iconici impressi nell’immaginario collettivo. Infatti, questo era il modo in cui lavorava lo star system divistico.

Humphrey Bogart è il good bad guy, Ingrid Bergman è la diva, Paul Henreid è l’eroe senza macchia e senza paura.

Il sogno vorrebbe che l’official hero sia Bogart, ma lui agisce fuori dagli schemi e dalla legge ordinaria. Sotto la maschera di imperturbabilità e neutralità apparente, si nasconde un uomo dai saldi ideali patriottici e un grande senso di giustizia. Esattamente come Laszlo. Ma Rick, per appagare le aspettative del pubblico e le esigenze narrative del racconto deve essere l’outlaw hero.

Il corrispettivo speculare di Rick è Laszlo che sebbene appaia spesso subordinato, ha una significanza pregnante all’interno della pellicola; non si dimentica di farne un perno di tutta l’azione e dei discorsi dei personaggi, siano gli stessi Rick ed Ilsa, siano gli antagonisti della vicenda, rappresentati dagli agenti della Gestapo. Anche assente egli vive e padroneggia la storia. Lui è l’eroe ufficiale e il motore vivo della storia.

Ma per quanto si voglia distinguerli e contrapporli Rick e Laszlo sono le due facce di una stessa medaglia e le loro azioni sono perfettamente compatibili le une con le altre.

 perché Casablanca è un capolavoro

Perchè Casablanca è un capolavoro?

Il viatico delle emozioni è lasciato al personaggio di Ilsa che si fa carico delle aspettative e delle illusioni. Anche quelle dello spettatore. La romanticizzatine dell’impossibilità di un amore in tempi di guerra e con la persona “sbagliata” è un leitmotiv ricorrente. In questo senso la promessa di un incanto, di un sogno in una ricongiunzione degli amanti, viene rinfrancata nella scena della promessa d’amore tra Ilsa e Rick: essa però deve comunque rappresentare una parentesi.

La cinica realtà irrompe proprio nel ruolo che la donna riveste, in una vicenda in cui i giochi di potere non possono tenere conto dei problemi di tre piccole persone come loro.

perché Casablanca è un capolavoro

Ilsa non è lontana dal prototipo femminile del cinema americano degli anni ’40, ma le sue peculiarità forniscono una lettura interessante del suo personaggio, rimanendo fedele ai tempi che furono e rispettando però l’odierna sensibilità, con la quale si guarda alla storia. Bisogna cercare di entrare in empatia col tempo rappresentato e soprattutto col periodo di produzione. Ed ecco che Ilsa si rivela come una donna volitiva, che cerca di andare avanti non vive esclusivamente di rimpianti sul passato.

Il punto fermo rimane la missione: la resistenza contro l’avanzata dittatoriale del regime nazista.

Ilsa sceglie la missione nonostante sia un ritorno al passato, segnato da pentimento e ritorna da Victor. Rick, dunque, si trasforma nel suo passato che sa di nostalgia, non contorniato da dura e cinica realtà. Un sogno incastonato a Parigi sulle note di As Time Goes By.

As Time Goes By a Casablanca

E Casablanca rimarrà sempre lì, a ricordare allo spettatore che il tempo passa, ma che questo capolavoro non avrà mai ad affievolirsi nella memoria del tempo.