
In occasione della presentazione del film La Terra dell’Abbastanza
all’Anteo Palazzo del Cinema di Milano, abbiamo avuto il piacere di intervistare i fratelli Fabio e Damiano D’Innocenzo.
C’è una cosa che sorprende dei fratelli D’Innocenzo: è il loro entusiasmo, l’energia che i due registi trasmettono con le loro parole. Non traspare l’emozione, l’esaltazione, ma il colloquio viene orientato dal sincero amore per il cinema. Sembra di dialogare con due spettatori, non con due autori: giovani ragazzi che osservano il loro stesso film con la voglia di godere dell’esperienza, come se quelle immagini le avessero girate per loro stessi.
La terra dell’abbastanza, questo il titolo della loro opera prima, è un film carico di amore per il mezzo cinematografico e per i luoghi che racconta, una storia di amicizia in cui Fabio e Damiano D’Innocenzo hanno messo in campo tutto ciò che avevano, con passione e dedizione. Sono stati definiti due autori venuti dal nulla, ma la loro città natale, Tor Bella Monaca, e più in generale la periferia romana, sembra il cuore pulsante, la Hollywood carica di vita, che ispira il loro cinema. Non c’è nulla di autobiografico ne La terra dell’abbastanza, eppure i fotogrammi sono intrisi di realtà. Prima di iniziare a dialogare con loro, è stato quindi necessario fare una piccola provocazione.
