Intervista all’attrice Rosa Fariello

Abbiamo avuto il piacere di intervistare l’attrice pugliese, spesso presente come protagonista nelle produzioni del regista indipendente Stefano Simone. Ecco cosa ci ha raccontato!

Buongiorno Rosa! Quando e con quali film nasce la tua grande passione per il cinema?

Salve Massimo, la mia passione per il teatro e il cinema nasce fondamentalmente per via della dislalia (balbuzie, per via della quale mi cimentavo ad imparare, all’età di 10 anni, battute di film come “Ritorno al futuro”, “L’attimo fuggente”, “Pulp Fiction“, “Rocky Balboa” (film preferito di mio padre). Ce  ne sono tanti, ma ciò che mi interessava di più era cogliere le parti dei dialoghi più coinvolgenti e recitarli davanti allo specchio con costante dedizione. Da lì in poi nacque la passione per l’interpretazione di vari personaggi, di tutti i  generi, con la voglia di migliorarmi sempre di più e superare la paura della balbuzie.

Tra i tuoi interessi c’è anche il teatro, infatti qualche anno fa hai frequentato dei corsi. Hai anche recitato in qualche compagnia teatrale?

Decisi all’età di 18 anni di iniziare a studiare teatro, e lanciarmi con coraggio superando anche la timidezza. Mio padre mi iscrisse all’officina teatrale di Pino Casolaro a Foggia, dove presi lezioni pratiche e teoriche  di teatro classico. Ma questo non bastava ad alimentare la mia determinazione, così decisi di iscrivermi contemporaneamente a delle lezioni approfondite di teatro contemporaneo (sperimentale). Testare entrambi i lati è stato a dir poco incredibile, ma ci vuole molta volontà se si vuole intraprendere questa strada  e, come dico sempre, non pensare “al successo”.

intervista rosa fariello
L’attrice Rosa Fariello intervista rosa fariello

Ma veniamo all’argomento cinema, che interessa maggiormente i lettori di CineAvatar: la tua prima esperienza professionale avviene nel 2015 per la mini-serie Rai “Baciato dal sole” di Antonello Grimaldi. Cominci subito col botto!

Si, ho iniziato nel 2015 a girare per vari provini, e il primo fu quello per “Baciato dal sole”, per la Rai. Sinceramente fu la prima volta che provai brividi su un set. Ricordo quando ci presentammo per la prova costumi e l’incontro con il regista e attori protagonisti. Incredibile, ero talmente emozionata che fotografai con la mente tutte le gesta, i movimenti, le ripetizioni degli attori per migliorarmi nel futuro. Poi del resto sono fatta così, adoro imparare e cogliere ogni insegnamento che riguarda la mia passione.

Due anni dopo hai un piccolo ruolo in “I nostri piccoli passi diversi” di Alberto Bennati. Di cosa parla il film?

“I nostri passi diversi“ di Alberto Bennati parla di una storia, realmente accaduta nella mia città, Manfredonia. Da una notizia del 1999, un manager e showman interpretato dal talentuoso “Ivan Franek” raggiunge la città di Manfredonia promettendo falsi concerti facendo amicizia con altri personaggi che lo aiuteranno inconsapevolmente nel suo intento, trascorrendo due settimane a spese pubbliche.  Poi scompare lasciando tutti nel dubbio del perché di tutto ciò. 15 anni dopo un giovane giornalista di talento (tra l’altro io interpretavo la segretaria  giovane della giornalista) andrà alla ricerca della verità. Tra gli interpreti, oltre a Ivan Franek, abbiamo Viola Graziosi, Edoardo Romano, Gigi Giuffrida e Annarita Granatiero, e molti altri interpreti del posto.

 intervista rosa fariello
L’attrice Rosa Fariello intervista rosa fariello

Sempre nello stesso anno arriva il tuo primo ruolo da protagonista, un corto a sfondo sociale, “Il perdono non è sempre concesso” di Annarita Caracciolo. Come andò in quell’occasione?

Con la regista e sceneggiatrice Annarita Caracciolo ho un grande legame non solo a livello lavorativo ma soprattutto come ispirazione per quanto riguarda il teatro e il cinema. Il corto “Il perdono non è sempre concesso“ è stata un esperienza in più per sperimentarmi in un ruolo che riprende quello che è il tema sociale attuale, ovvero la violenza sulle donne. Accettai da subito, con la consapevolezza di diffondere anche un messaggio importante. Il ruolo della ragazza maltrattata è stata una grande sfida per me, quindi ho cercato di studiare e sentire esperienze tramite video e realtà di donne che davvero avevano subito questi abusi. È stata un’esperienza significativa e formativa.

Hai un ruolo importante anche nel bel corto di Vincenzo Totaro, “Quel tipo strano”. Un’opera curiosa e originale…

Sicuramente un’opera originale poiché vengono  messi  in evidenza tre amici al bar e il ragazzo nota un tipo strano che parla da solo qualche tavolo più in là. Da lì parte una serie di chiacchiere e dialoghi introspettivi sull’uomo. La cosa che ancora mi affascina è la libera interpretazione che lascia a chiunque. Vi consiglio di vederlo. Tra l’altro è stato molto apprezzato da critici Americani ed ha avuto bei riconoscimenti. Ringrazio Vincenzo Totaro della bellissima possibilità che mi ha regalato.

Nel marzo dell’anno scorso ecco a noi la tua prima collaborazione con Stefano Simone: un corto di pochissimi secondi, “Abstraction”, dove però regali un’interpretazione molto intensa…

Quando Stefano Simone mi propose il ruolo per un progetto scolastico, presi in considerazione l’opportunità di collaborare ad un corto che avrebbe diffuso il messaggio a tutti le donne perseguitate da stalker. Così mi cimentai nel ruolo di una ragazza più giovane e adolescente perseguitata da un ragazzo durante la sua quotidianità, che la induce a prendere dei farmaci. È stata sicuramente un’esperienza molto bella e divertente sul set, perché c’erano anche i ragazzi che avevano avuto l’idea del progetto scolastico.

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Il poster ufficiale di Cattive Storie di Provincia intervista rosa fariello

La tua collaborazione con Simone continua con il lungometraggio “Cattive storie di provincia”. Ce ne puoi parlare?

Il personaggio che interpreto in “Cattive storie di provincia” è stato il primo è vero ruolo dove ho espresso tutto ciò che ho imparato.. Dovevo impegnarmi nel cambiare completamente me stessa e interpretare il ruolo di Mara, una donna materialista , chiusa in casa con la costante speranza di un cambiamento da parte del marito scrittore. Per me è stata l’opportunità per immergermi completamente in un personaggio complesso e mentalmente instabile. Mi impegnavo  costantemente davanti allo specchio. Immagina quanto sia difficile cambiare se stessi e mantenere lo stesso mood in tutte le scene girate, anche perché nella vita sono molto diversa dalla donna che dovevo interpretare. Non usai il metodo  Stanislavskij ma in poco tempo sono riuscita a dar vita ad un personaggio così complesso. Tra l’altro sul set c’è stata molta collaborazione e divertimento nonostante il tema. Grazie anche al regista Stefano Simone che, nonostante gestisse tutto da solo, ci aiutava mantenendo la calma sul set.

Quest’anno invece sei la co-protagonista di un bellissimo mediometraggio, sempre di Simone, “Il passaggio segreto”. Mediometraggio che sta avendo un ottimo successo sia a livello critico che distributivo. Tra le tue interpretazioni che ho visto sullo schermo, reputo questa la migliore…

Ti ringrazio. Lavorare nuovamente con Stefano mi ha portato a scoprire nuovi lati artistici di me stessa. L’interazione tra me e Natalie è stata molto coinvolgente, c’è stato sin da subito un bel lavoro di squadra. Tra l’altro il posto dove abbiamo girato non l’avevamo mai visto prima. Stefano è stato così bravo da creare l’effetto sorpresa durante le riprese facendo fuoriuscire le vere reazioni, rendendo il tutto suggestivo e sorprendente. Riprendere  quelle che sono le paure infantili non è stato difficile, poiché fa parte di tutti averne, ma d’altra parte farle riemergere…beh li ci vuole coraggio! Ti ringrazio tanto per i complimenti. Sicuramente devo migliorare di più e continuare a studiare.

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Il poster del mediometraggio Il passaggio segreto intervista rosa fariello

Quali sono i tuoi generi cinematografici e film preferiti?

Sicuramente il mio horror preferito è “Shining” di Stanley Kubrick. Un horror intenso, soprattutto nella sceneggiatura e nell’interpretazione dei personaggi stessi.

Sei una lettrice? Quali sono i 3 libri che ti porteresti in un’isola deserta?

Ho tanti libri preferiti. Ma ne sceglierei tre diversi per genere. Un giallo, “22.11.63”, uno d’avventura, “Le cronache di Narnia“, e uno di genere horror, “IT”.

Progetti cinematografici futuri in cantiere?

Preferirei aspettare delle conferme a riguardo. Collaborerò ancora con Stefano Simone, mentre altri progetti sono ancora da definire.

Hai voglia di salutare i tuoi fan e i lettori di CineAvatar?

Non considero la gente che mi segue “fan”, ma semplicemente persone a me care che seguono con affetto il mio percorso. Quindi saluto tutte le persone che mi hanno sempre sostenuta e dato carica in tutti questi anni. Un grande saluto anche ai lettori di CineAvatar che hanno avuto il piacere di leggermi. Grazie a tutti!