
Abbiamo intervistato il regista padovano Cristian Tomassini, fresco vincitore con il suo “Il demone dell’acqua” (qui la nostra recensione) del BEST NARRATIVE SHORT AWARD al Los Angeles Film Awards (February 2018), festival del circuito IMBD.
Buongiorno Cristian! Come, quando e con quali film nasce e la tua passione per il cinema?
Ciao! La storia è questa, quando avevo 8 anni ho scoperto la VHS di Alien a casa dei miei cugini marchigiani, e da lì è partito tutto. Sono rimasto folgorato.
Da quel momento in poi in ogni pezzetto di carta che trovavo continuavo a disegnare l’alieno del film, c’era quasi da prendermi per matto!Ogni bambino vorrebbe fare qualsiasi cosa da grande, il poliziotto, l’astronauta, l’esploratore… il Cinema riesce a farti vivere tutte queste cose quante volte vuoi. È un pò come scrivere, ci si inventa delle realtà diverse, e si cerca di trascinare ed incantare gli altri nelle invenzioni della propria mente.
Subito dopo la laurea in Comunicazione ti sei concentrato sulla produzione di video pubblicitari ed industriali, e hai fondato, con Marco Businaro, la casa di produzione Anima Film. Ce ne puoi parlare?
C’è poco da dire, l’obiettivo era: lavorare!
Facendo cortometraggi non si guadagna e non si vive, appena abbiamo scoperto che ci si può far pagare utilizzando il nostro mezzo preferito facendo pubblicità agli altri, la decisione è stata chiara.
Il cinema costa tantissimo, le attrezzature tecniche sono cose a volte irraggiungibili, il pensiero mio e di Marco Businaro è stato “lavoriamo più che possiamo nel settore commerciale, compriamoci da soli tutta l’attrezzatura necessaria per lavorare, così riusciremo ad autoprodurci i nostri cortometraggi”. Semplice no?
Non solo, hai creato anche, insieme ad altri registi, l’Associazione Indivision. Per quali scopi avete fondato questa associazione?
Per farci forza tutti assieme! INDIVISION, nata a Padova ha l’ obiettivo di valorizzare il cinema indipendente. Siamo un gruppo di professionisti che hanno deciso di mettere da parte il lato economico ogni tanto, e fare cinema a proprie spese, contando solo sulle proprie fatiche. Le difficoltà sono enormi, ma se hai una buona squadra niente ti può fermare.
Nel 2010, sempre con Businaro, hai girato il mediometraggio “Crisi”. Di cosa parla questa opera?
Crisi raccontava di un operaio che una volta licenziato impazzisce e si scaglia contro il suo datore di lavoro fino ad ucciderlo. La Crisi era appena iniziata e io e Marco crediamo molto nel cinema di genere “sociale”, mai fine a se stesso. Anche il Demone dell’Acqua parla di immigrazione ma in realtà racconta tutta un altra storia.
Nel 2016, con Businaro e Indivision, hai curato la bellissima web serie “Onyros”, già da tempo disponibile gratuitamente su YouTube. A quali autori del cinema e della letteratura vi siete ispirati per questo progetto?
Onyros è un mix di cinema anni 80 a mio parere, un neo-noir. Siamo cresciuti con il cinema prodotto negli anni ’70-’80. In Onyros ci sono Lynch, Carpenter, Cronenberg.Fondamentalmente io adoro il cinema di genere italiano anni ’70 ed il new horror americano. Cerco di mescolare tutto questo nei miei lavori. Ovvio che ogni tanto non disdegno di perdermi dentro i film di Fellini, Lynch o Tarkovsky. Quella è arte allo stato puro, il resto è intrattenimento.
