Venezia 2015 – Day #6: la quiete dopo la tempesta

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Dopo i fasti e le celebrities che hanno invaso il Lido nei giorni scorsi, oggi si respira un’aria più rilassata e pacifica.
Non c’è nessuno appostato davanti alla Sala Grande già dalle prime ore del mattino, solo gli addetti ai lavori che, dopo un veloce caffè, spariscono nelle sale.
Oggi è stato il giorno di Amos Gitai, il regista israeliano che ha portato in concorso il suo Rabin: The Last Day, thriller politico sulla figura del primo ministro laburista Yitzhak Rabin, il quale volle la pace con i palestinesi e venne assassinato da un estremista ebraico. Oltre tre ore di film che io, personalmente, non ho avuto la forza e la caparbietà di affrontare, essendo arrivata al sesto giorno con così poche ore di sonno sulle spalle.
L’altro film in concorso di oggi ci porta in Sudafrica: si tratta di The Endless River di Oliver Hermanus; mentre, per la sezione ‘fuori concorso’ è la volta di Non Essere Cattivo del compianto Claudio Caligari: due ragazzi di Ostia conducono una vita fatta di eccessi e spaccio e lottano per cambiare la propria vita. E’ un film con una storia praticamente assente, ma legato piuttosto alle situazioni quotidiane dei due ragazzi protagonisti.
Red Carpet davvero scarno quello di questo primo lunedì di settembre. Di seguito qualche scatto:
Per Orizzonti, sono stati presentati l’iraniano Wednesday, May 9 di Vahid Jalilvand e Madame Courage di Merzak Allouache, quest’ultimo sempre sul tema della tossicodipendenza.
E, come sempre… saluti e a domani!
La vostra
#TheVeniceGirl