RED SPARROW: anti-Bond alla riscossa – Recensione del film con Jennifer Lawrence

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Jennifer Lawrence e Joel Edgerton in Red Sparrow
L’approccio di film come Red Sparrow al tema spionaggio è sempre lodevole: l’intento di de-costruire il mito dell’agente segreto che li anima merita attenzione. Certo, i risultati possono essere altalenanti e non tutti sono MunichSteven Spielberg, ad esempio, oltre a intrecciare temi politici e sociali di estrema rilevanza, smontava per filo e per segno la figura di un James Bond castrato e costretto dalla vita che conduce a rinunce continue. Non poteva vedere la figlia appena nata, né godere dell’intimità di coppia.
Ovviamente Francis Lawrence (Constantine, Io Sono Leggenda) non è Spielberg, ma questo non gli impedisce di avventurarsi nel sottogenere in compagnia di Jennifer Lawrence dopo vari Hunger Games affrontati insieme.

SCHOOL’S OUT

Il seme di partenza di Red Sparrow è affascinante. Tratto dall’omonimo libro scritto da Jason Matthews, ex agente CIA, il film segue l’addestramento “obbligato” della nipote di un pezzo grosso dell’intelligence russa nella più dura scuola di spionaggio del Paese.
Dominika Egorova (una bellissima e molto efficace Jennifer Lawrence) è la prima ballerina del Bol’šoj. Dopo un grave infortunio alla gamba, la giovane aiuta lo zio in un’operazione segreta in cambio di aiuto per la madre malata. Da quel momento inizia un vortice di violenza psicologica nell’agghiacciante scuola in cui si insegna a sedurre il nemico e a sottometterlo attraverso il sesso. La prima missione, volta a scoprire una talpa russa in contatto con la CIA, vedrà Dominika confrontarsi con Nate Nash (Joel Edgerton), un agente americano che, infatuato di lei, si offrirà di aiutarla.
Il sottotesto politico sul fatto che la Guerra Fredda non sia finita, ma solo mutata, rimane troppo nascosto per tutta la durata della pellicola. Un punto, questo, che meritava un maggiore approfondimento. Ma la questione principale rimane. Non solo attraverso Dominika, ma anche con altre figure coinvolte nella missione, vediamo come la vita di un agente sia un continuo succedersi di commiserazioni, disperazione, solitudine e insicurezza. Un attacco frontale alla leggenda glamour trasmessa dal cinema del passato.
Qui Red Sparrow brilla, Francis Lawrence calca la mano quanto basta e costruisce il punto di forza del film.
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Jennifer Lawrence è Dominika Egorova in Red Sparrow

GUERRA SEMIFREDDA

La storia funziona quanto a personaggi, motivazioni e tensioni (non è mai chiaro da che parte stia davvero la protagonista, pur essendo in realtà evidente) e riesce a creare atmosfere interessanti. Purtroppo lo stesso non si può dire del modo in cui gli stessi elementi vengono trasposti su schermo.
Sembra esserci troppa fretta, nonostante i 140 minuti, nel risolvere le varie sequenze. Si nota uno scollamento tra la prima parte (l’addestramento, efficace nelle intenzioni e meno nell’esecuzione) e la seconda (la missione, giocata invece ottimamente sulle atmosfere).
Molto efficaci le scene più brutali e violente, pur non essendo davvero esplicite, che fanno percepire tutto il dolore fisico e psicologico di chi subisce.
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Jennifer Lawrence è Dominika Egorova in Red Sparrow

LA SPIA CHE MI AMAVA

Jennifer Lawrence ormai ci ha abituati a un livello estremamente consistente e guida la carica con una performance sottotono nella migliore delle accezioni possibili: bucando lo schermo con la sua energia “contenuta”, stupendamente adatta al personaggio.
Red Sparrow non è una pietra miliare, ma un buon film che placca i temi del cinema spionistico sotto la cinta e senza timore.
E questo è già abbastanza per renderlo un’esperienza positiva.