MR. HOLMES – Il Mistero del Caso Irrisolto, la recensione

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Photo: courtesy of VIDEA
Dopo la brillante accoppiata firmata da Guy Ritchie (Sherlock Holmes, Sherlock Holmes-Gioco di Ombre), il detective più famoso della storia del giallo, Sherlock Holmes, è tornato al cinema. Nato dalla penna di Sir Athur Conan Doyle alla fine del 1800, portato a teatro e sullo schermo a cadenza regolare, mietendo sempre successi e diventando un oggetto d’ispirazione per videogame, fumetti e manga, oggi ha il volto dell’attore Ian McKellen ed è pronto a regalarci nuove emozioni.
Mr. Holmes- Il Mistero del Caso Irrisolto narra di un detective oramai in pensione che non riesce ad accettare di aver fallito il suo ultimo caso. Anziano e stanco, l’uomo trascorre le sue giornate nella meravigliosa campagna del Sussex, allevando api e coltivando un legame particolare con Roger (Milo Parker), il figlio della domestica. E sarà proprio il giovane amico a dargli la forza, a fargli ricordare antichi e preziosi dettagli, a permettergli di completare l’ennesima fatica, quella finale: scrivere le sue memorie e svelare un episodio mai raccontato. Ben presto Holmes si ritroverà quindi a dover affrontare sentimenti a lungo celati, dimenticando la logica e dando spazio alle sensazioni.
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Photo: courtesy of VIDEA
Lo script elaborato a quattro mani da Jeffrey Hatcher e dallo stesso Condon, a prima vista, potrebbe apparire non particolarmente entusiasmante, presentandoci un investigatore ‘esperto’, dai tratti inconsueti ed atipici rispetto i pensionati coetanei che troneggiano nell’immaginario collettivo. Lo stesso Ian Mckellen, inizialmente – pare – fosse dubbioso nell’accettare la parte e – pare – abbia cambiato idea solo una volta scoperto che il suo personaggio non avrebbe vestito i panni che lo avevano reso celebre. Ed è forse grazie a tutte queste perplessità che alla fine, invece, rimaniamo sorpresi davanti a un’interpretazione magistrale, tra le migliori dopo Galdalf de Il signore degli anelli, e di fronte a una pellicola che dolcemente tocca il tema della vecchiaia e dell’importanza dei ricordi.
Il regista Bill Condon (Demoni e Dei, Il Quinto Potere), sostenuto da un ottimo cast, pone efficacemente l’attenzione proprio su quest’aspetto intimo e fragile dell’essere umano e fa del suo meglio per mostrarci ogni fase del lento ed inesorabile mutamento che subisce il cinico Mr. Holmes nel corso del film. L’anziano dovrà fare i conti con un fisico stanco, con una mente decisa a giocargli non pochi tiri mancini, con il dolore provocato da errori a cui non può più porre rimedio e con la vita stessa che ogni giorno ci presenta il conto.
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Photo: courtesy of VIDEA
Non è proprio un giallo, quindi, e non è proprio un dramma. Gli amanti dei Classici, con protagonisti Poirot, Miss Marple o Sherlock Holmes, potrebbero rimanere delusi; coloro, invece, che non sanno accontentarsi, hanno bisogno di opere profonde e fuori dai canoni del genere, potrebbero aver trovato quello che cercavano. Sicuramente MR. HOLMES è un’opera diversa e curiosa, e per tale motivo degna di essere considerata intrigante.
Vissia Menza Alberto Vella

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