loro 2 recensione
Silvio Berlusconi e Veronica Lario in LORO 2
Se c’erano dubbi sulla ragionevolezza di dividere il film in due capitoli, Loro 2 li spazza via con decisione fin dalle prime battute. Si tratta, infatti, di un secondo episodio a tutti gli effetti, che si distanzia dal primo sotto molti punti di vista.
Ma andiamo con ordine. Ci eravamo lasciati con uno degli estremi tentativi di Berlusconi di riconquistare Veronica Lario tramite la performance live a Villa Certosa di Domenica Bestiale, la loro canzone, interpretata da Fabio Concato in persona. Chiusura che poteva sembrare un gustoso ma sterile divertissement, a cui peraltro Sorrentino ci ha abituato (si pensi, nei panni di loro stessi, a David Byrne in This Must Be the Place o Antonello Venditti ne La grande bellezza, o ancora Paloma Faith e Sumi Jo in Youth). Questa volta è diverso. La chiusura di Loro 1 fa presagire un cambiamento, tanto nel tono del film quanto nella rappresentazione di coloro che circondano Silvio Berlusconi, in questa seconda parte dominatore della scena e protagonista indiscusso. I personaggi totalmente immaginari non scompaiono, così come quelli fittizi ma “riconoscibili”: Sergio Morra/Gianpaolo Tarantini (Riccardo Scamarcio), Kira/l’“Ape Regina” Sabina Began (Kasia Smutniak), Roberto De Francesco/Lele Mora (Fabrizio Sala), Santino Recchia/Sandro Bondi-Roberto Formigoni (Fabrizio Bentivoglio) e diversi altri.
loro 2
Toni Servillo è Silvio Berlusconi in Loro 2
Loro è forse il progetto più ambizioso della carriera di Sorrentino. Il regista ci spiazza un’altra volta portando a termine un dittico complesso e affascinante, denso di significati e riflessioni, con risultati straordinari. Se nella prima parte abbiamo assistito ai desideri e tentativi di entrare nel sistema solare di cui “lui” è centro luminescente, ora dobbiamo fare i conti con un altro tipo di “loro”: quelli veri, quelli grossi, quelli che davvero gli sono stati vicini tutta la vita e hanno contribuito a plasmare l’indecifrabile enigma vivente di nome Silvio Berlusconi.
Mentre Loro 1 fondava le basi della storia sui personaggi e sugli effetti del berlusconismo nella sfera pubblica italiana, senza sconfinare nella demagogia o nello spot propagandistico, Loro 2 vira sull’indagine introspettiva e diventa antitesi del primo atto, focalizzando lo sguardo sul Berlusconi uomo e sulla sua vita. E allora c’è spazio per Ennio Doris (simbolicamente interpretato dallo stesso Servillo), che gli ricorda la sua abilità a “vendere” e a “convincere”, Mike Bongiorno (Ugo Pagliai), Fedele Confalonieri (Mattia Sbragia), alleato di lunga data.
Sorretto da una sceneggiatura solida e granitica, il film ha un evidente cambio di rotta nella scelta di affiancare alla potenza delle immagini quella dei dialoghi: su tutti, sublime per intensità quello che sancisce la separazione tra Silvio e Veronica (strepitosa Elena Sofia Ricci) e, terribilmente potente per significato, quello tra Silvio e Mike Bongiorno.
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Toni Servillo è Silvio Berlusconi in LORO 2
In LORO 2 l’ironia lascia il passo al dramma, alla solitudine umana, agli abissi dell’anima, alle insidie del potere, all’ineluttabilità del tempo (come la metafora della giostra che richiama quella de L’albero degli zoccoli di Ermanno Olmi). L’evocativo universo, colmo di vitalità, che ha riempito gli occhi in Loro 1 è sparito e ora siamo davanti all’incapacità, in un certo senso eroica, di rendersi conto dei propri limiti. È il timore intimo e razionale di negare a se stessi le proprie fragilità e disconoscere le proprie debolezze. Più che un trattato biografico o un panegirico ossequioso su Silvio Berlusconi, Loro 2 è una lunga rincorsa all’irraggiungibile, è l’arte della persuasione che illude l’essere e inganna paure, sentimenti, desideri. È l’emisfero emotivo di Berlusconi che Sorrentino cerca di esplorare e lo fa, riuscendoci, con intelligenza, rispetto e sensibilità per il tema trattato.
Nella sua totalità, LORO si disinteressa della politica e dei suoi meccanismi deleteri, dei compromessi e delle sue dinamiche ritorsive: l’intento di Sorrentino è quello di mettere a nudo una delle personalità che hanno maggiormente segnato la storia della Seconda Repubblica, di smitizzare la figura onnipotente del Cavaliere per riportarla alla normalità, alla sua dimensione più naturale, alla forma primaria dell’esistenza.
Se la tattica vincente del venditore è quella di sposare il principio del “tutto vero, tutto falso” (slogan di Loro 1) per convincere il cliente, quel “tutto non è abbastanza” (slogan di Loro 2) nel momento in cui il venditore si accorge di aver fallito nella sua strategia. E allora ecco che diventa emblematica la chiamata di Berlusconi a una donna, trovata ‘casualmente’ sull’elenco telefonico, per proporle di acquistare una casa in costruzione.
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Elena Sofia Ricci è Veronica Lario in LORO 2 (2018)
Benché in Loro 2 siano più accennati i riferimenti alla biografia reale del ex Presidente del Consiglio, anche in questo caso Sorrentino decide di costruire una storia di finzione, una narrazione fatta di ritratti, meno deformi ed iperbolici di quelli descritti in altre pellicole, ma certamente attenti a scandagliare le fragilità di ogni personaggio. Scavando in profondità tra le “macerie” dei fallimenti e accettando l’inevitabile corso della vita (e degli eventi), come suggerisce il finale onirico e cristologico del film. Per mostrarci un pezzo di storia d’Italia, di ieri e di oggi. Per mostrarci perché lui è “lui” e gli altri, noi compresi, siamo “loro”.
Marco Tomasoni & Andrea Rurali