l'apparizione recensione
L’APPARIZIONE di Xavier Giannoli
A tre anni di distanza dal sorprendente Marguerite, arriva nelle sale italiane L’apparizione, ultima fatica di Xavier Giannoli. Considerato tra la fine degli anni Novanta e i primi Duemila uno degli enfant prodige più promettenti del cinema europeo, il regista francese affronta ora il tema delicato e sempre attuale delle apparizioni mariane, e le conseguenti commissioni d’inchiesta decretate dalla Chiesa al fine di stabilire la veridicità o meno delle visioni.
Jacques Mayano, firma di punta di un quotidiano francese in crisi per la tragica scomparsa del suo collega e amico, viene chiamato dal Vaticano per investigare sulla presunta apparizione della Vergine alla giovane Anna, in un piccolo paesino del sud della Francia.
Nonostante l’argomento, non bisogna pensare ai numerosi film cosiddetti “d’inchiesta” tornati molto di moda negli ultimi anni: L’apparizione riesce a conciliare il proposito informativo (anche se, a tratti, in modo troppo didascalico) con una storia ricca di passione.
Con il passare dei minuti, infatti, un’indagine fattuale si trasforma in una ricerca personale e intima, che non risparmia sofferenza ma aiuta ad avvicinarsi progressivamente a qualcosa di forse inaccessibile. Si potrebbe definire un film di sguardi e primi piani: quello scavato, duro, vissuto di Jacques (interpretato dall’ottimo Vincent Lindon di L’amore Sospetto, La Legge del Mercato, Rodin, che si conferma qui uno dei volti più intensi del cinema francese) e quello puro, ieratico e al contempo sofferente di Anna (Galatea Bellugi).

Anche se si sottolinea con insistenza il tema della diffusione dell’immagine di Anna a scopo di lucro con magliette, quadri e icone raffiguranti la veggente in preghiera, l’ottica è lontana e molto più profonda delle moderne rappresentazioni mediatiche. Jacques giunge alla profonda consapevolezza dell’esistenza di un Mistero più grande, si ferma con dignitosa umiltà dinnanzi alle sue porte (non solo simbolicamente), ma non riesce ad accedervi del tutto. Colui che ha visitato i luoghi più “caldi” e remoti della Terra si rende conto che trova la situazione forse più enigmatica della sua vita in un piccolo paesino del suo Paese.
Accolto troppo tiepidamente dove già uscito, L’apparizione è un film notevole, supportato da una regia equilibrata. Anche se la durata è forse eccessiva (144 minuti circa) e non completamente giustificata, i tempi del racconto e la resa fotografica sobria rispondono ad un’esigenza evidente di rigoroso realismo, che però non esclude la voglia di confrontarsi con un mistero, con qualcosa che tormenta la profondità dell’animo di chi indaga e forse è situato al di là dell’umana comprensione.