LA CORRISPONDENZA di Giuseppe Tornatore, la recensione

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Photo: courtesy of 01Distribution
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Presentato ieri in contemporanea nelle città di Roma e Milano, il nuovo film di Giuseppe Tornatore, La Corrispondenza, debutta giovedì 14 gennaio nelle sale italiane. Il cineasta di Bagheria torna dietro la macchina da presa per narrare una storia da lui non solo diretta ma anche scritta, che attinge a un’idea di anni prima oggi realizzabile giacché, grazie alle innovazioni tecnologiche, ha perso l’aura fantascientifica che la avvolgeva.
La nuova fatica del regista è un’opera drammatica con protagonisti due grandi nomi del cinema internazionale come Jeremy Irons (The Words) e Olga Kurylenko (Perfect Day). I due interpretano una coppia profondamente innamorata unita dalla passione per le stelle e divisa dalla differenza di età e dalle rispettive carriere (lei è una studentessa che si guadagna da vivere come stunt-woman, lui è un noto astrofisico spesso in viaggio per simposi e conferenze). Durante la lontananza in supporto alla relazione rimangono unicamente la rete GSM e il world wide web. Purtroppo le cose sono destinate a complicarsi il giorno in cui, all’improvviso, l’uomo sparisce ma la corrispondenza no. Cosa sarà successo?
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Ciò che ci viene offerta oggi è quindi una storia d’amore sofferta come si confà al genere sentimentale, è uno spettacolo che ruota intorno ad una donna costretta a stare lontano dall’amato, è un dramma in cui in molti si rispecchiano. Va da sé che, all’incontro con la stampa, il sentimento più misterioso e importante nelle esistenze degli esseri umani, e la sua evoluzione nell’era 2.0, abbia fatto capolino. Da un lato è comprensibile che un narratore per immagini prima o poi esplorasse il mondo delle relazioni nate nel nuovo millennio, dall’altro Mr. Irons ha affascinato il pubblico con la sua visione romantica dei legami affettivi e il loro rapporto coi nuovi mezzi di comunicazione. “Credo che l’elettronica sia troppo rapida, mentre le lettere permettano una riflessione che le email non concedono” ha detto l’attore, “non sono sicuro che tutte queste novità siano utili a creare una comunicazione vera, sincera”, “nel campo dei sentimenti è necessario vedere, percepire, sentire l’odore dell’altra persona”. A questo punto, un fremito deve aver percorso le schiene di non pochi presenti.
Tra tante conferme e qualche curiosità – a parte la prima scena, e una conversazione via Skype, i due attori non si sono mai incontrati – emerge la voglia di esplorare il cuore, l’immensità dell’amore e di regalare un sogno a milioni di persone. Il tentativo però non appare del tutto riuscito. Con momenti “trascinati” nell’incedere della trama, dialoghi non aderenti agli scambi che abbiamo con le nostre dolci metà, un Irons solo in videoconferenza e una protagonista probabilmente non ancora pronta a rimanere da sola sul set, nella penombra si sono udite risate involontarie (?) e sul finire si sono percepiti minuti di troppo. Non vengono meno invece, la cura nella scelta dei luoghi e dei dettagli e la ricerca di grazia e bellezza nelle inquadrature a cui Tornatore ci ha abituati. Una pellicola, quindi, meno riuscita de La migliore Offerta ma che saprà trovare un suo pubblico.

Vissia Menza per CineAvatar.it
La recensione approfondita domani su MaSeDomani.com

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