In occasione dell’uscita di T2: Trainspotting 2 ripercorriamo i film di Danny Boyle insieme agli amici di Jamovie.
QUESTA SETTIMANA: Gabriele Lingiardi vi parla di In Trance, mentre Zeno  di Jamovie si dedica a 127 Ore

in trance poster
Il poster italiano di In Trance di Danny Boyle
In Trance rappresenta il tentativo di Danny Boyle di mischiare l’heist movie, il genere delle rapine, con il suo tipico stile psichedelico. Il risultato è un prodotto pieno di inquadrature affascinanti ma complesso come la composizione di mosaico a cui mancano alcune caselle. C’è un quadro da rubare, si dice nel bellissimo prologo di In Trance. La rapina è bilanciata con frenesia sul ritmo dei battiti della cassa in quattro della colonna sonora. Il montaggio parallelo porta immediatamente al centro dell’azione.
James McAvoy si guarda in giro circospetto. L’attore interpreta Simon, la guardia che deve proteggere la ricca asta d’arte. Gli eventi si stanno svolgendo sotto i suoi occhi. Entrano i rapinatori. Seguendo la prassi il quadro viene portato in salvo in una cassaforte segreta. Ma qualcosa va storto e Simon (McAvoy) viene colpito alla testa. Egli perde il prezioso dipinto assieme alla memoria. Inizia così una serie infinita di twist e colpi di scena che fanno gradualmente spazio alla nuova protagonista: l’ipnosi. Attraverso il lavoro dell’ipnoterapeuta Elizabeth Lamb (Rosario Dawson), Simon dovrà infatti rivivere i ricordi del passato per risolvere l’enigma della sparizione del quadro.

in trance

Stilisticamente affascinante, In Trance subisce l’improbabilità del suo racconto. Coerentemente con l’occhio di Boyle, il film procede per esagerazione. La pellicola è satura di colori, ma anche di suoni e musica che non impediscono però una pesante caduta di ritmo nella seconda parte. La rappresentazione dell’inconscio è operata attraverso suggestioni. Ombre che si proiettano sulla parete, così come immagini ingrandite e distorte dai monitor. Un tentativo di visualizzare l’interiorità di Simon.
Eppure il lungometraggio non riesce ad avere la presa sperata. Il carattere esagerato dell’ipnosi, usata come magia in un fantasy, non permette di credere a quello che si vede. In Trance fatica a comunicare ciò che il suo, ambizioso e caotico, script cerca di proporre. L’opera di Boyle appare troppo evanescente, ricordata, dopo quasi cinque anni dalla sua uscita, soprattutto per le scene (per come sono inserite nella trama) di nudo di Rosario Dawson che per altro.

in trance

In Trance è solo estetica con poca sostanza. Un puzzle composto a forza con pezzi dalla forma troppo diversa per stare assieme. Il miscuglio di generi che ne viene fuori non si tramuta in pienezza di originalità ma, al contrario, in assenza di carattere. Una pellicole dinamica, un gioco psicologico intriso di mistero ma con poca suspense e una visione acida, ma mai estrema. Danny Boyle non ha fallito come in The Beach, ma ha mancato pesantemente il bersaglio. L’impressione finale, considerando lo svolgimento nella sua interezza, porta a pensare che manchino delle parti all’appello, che fungano da raccordo logico ed emotivo tra le sequenze.
E voi cosa ne pensate? Quale film di Danny Boyle vi ha più appassionato?
Gabriele Ligiardi

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