GATTA CENERENTOLA, una fiaba incantevole tra passato e futuro – Recensione

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gatta cenerentola recensione
Gatta Cenerentola (2017)
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Gatta Cenerentola (2017)
A distanza di quasi un anno dalla presentazione alla Mostra del Cinema di Venezia, Gatta Cenerentola fa ancora parlare di sé. Grazie anche all’incetta di premi che il film ha fatto durante la sua corsa nelle sale (vanno citati riconoscimenti come il Premio Caligari al Noir in Festival, alcuni premi speciali alla Mostra del Cinema di Venezia e 2 David di Donatello per il Miglior Produttore e i Migliori Effetti Speciali Visivi) l’opera della MAD Entertainment ha ridato speranza al mercato italiano. Non solo infatti la storia, tratta dall’omonimo canto di Giambattista Basile, riporta al centro dell’attenzione l’animazione del nostro Paese, ma lo fa con una qualità che lascia ad occhi aperti.
Alessandro Rak, Ivan Cappiello, Marino Guarnieri e Dario Sansone hanno creato un prodotto complesso, in cui passato, presente e futuro si intrecciano continuamente. Alla Napoli della tradizione, minacciata da un malessere morale e da un decadimento dei valori, si contrappone un futuro luminoso rappresentato dalla Megaride, avveniristica e immensa nave ideata dal personaggio di Vittorio Basile (padre della giovane protagonista Mia). La solenne imbarcazione è eretta a Polo della Scienza e della Memoria (evidente omaggio alla Città  della Scienza di Napoli, distrutta durante un incendio nel 2013). È proprio il ricordo a essere il centro tematico del racconto. Con una sensibilità steampunk, le immagini della Megaride vengono arricchite di ologrammi digitali. Tutto ciò che è accaduto sulla nave è stato infatti registrato e rivive nei corridoi, nelle stanze, ormai fatiscenti, di quello che avrebbe dovuto essere un prodigio tecnologico.
gatta cenerentola
Gatta Cenerentola (2017)
La commistione di animazione tradizionale e computer grafica, che rende affascinante il progetto a livello estetico, si estende anche all’unione, estremamente contemporanea, di più generi. Gatta Cenerentola è infatti una fiaba nerissima, a tratti violenta, che attinge a piene mani dalla tradizione canora napoletana. È una storia di principesse senza principi azzurri, che scardina i pregiudizi antichi diventando così imprevedibile e inafferrabile agli occhi dello spettatore.
Gatta Cenerentola riesce a dimostrare come il cinema italiano possa trarre linfa vitale non solo guardando oltreoceano, ma riportando a galla la propria identità popolare e presentandola al mondo sotto veste nuova. Il film riesce ad imprimersi nella memoria grazie alla sua forte identità che probabilmente allontanerà i più piccoli o il pubblico meno abituato alla ricerca in campo filmico, ma che rende i suoi 86 minuti un viaggio meraviglioso e imperdibile.