First House on the Hill (2017) di Matteo Saradini – Recensione

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First House on the Hill recensione
La locandina di First House on the Hill (2017)
Il solito quartetto di baldi giovani “a stelle e strisce” decide di passare il weekend in una grande e lussuosa villa di Malibù, proprietà di una donna alquanto bizzarra. Le stranezze e i pericoli non tarderanno ad arrivare, in un weekend che si rivelerà per loro (forse) molto nefasto.
Matteo Saradini è un regista italiano che, dopo aver studiato critica cinematografica e teatro greco e latino all’università di Brescia e aver girato il cult undeground “Brescia uccide” (2004), si è trasferito negli Stati Uniti, dove ha lavorato, con varie mansioni, in grandi produzioni di film e serie tv, affinando così la sua tecnica di regista. Nel 2017 ha girato “First House On The Hill”, un thriller-horror a basso budget ambientato interamente a Malibù, California, e prodotto con un budget “americano”. Il film di Saradini ha partecipato in concorso al Fantafestival di Roma proprio nel 2017. Pur inserito in una produzione totalmente a stelle e strisce, il regista mostra con orgoglio il suo bagaglio cinefilo italiano.

“First House On The Hill” infatti è un giocoso e gioioso omaggio al grande cinema italiano del terrore, che va da Mario Bava a Lucio Fulci, passando per Dario Argento. Le scenografie e le luci della location principale dell’opera di Saradini, la villa di Malibù, sono una continua e riuscita citazione ai maestri del cinema tricolore. Il lungometraggio è per lo spettatore una vera e propria gioia per gli occhi. Anche la sceneggiatura, seppur lontana dall’aggettivo “originale”, prende ispirazione a piene mani dal “bel cinema che fu”. Non sfuggono nemmeno gli ottimi titoli di testa alla piacevole morsa del citazionismo. Il cast, altrove abbastanza criticato in negativo, in realtà si comporta in modo onesto e discreto. Anzi, è superiore alle produzioni a basso budget, sia americane che italiane. Una menzione particolare per le bellissime protagoniste Sonja Kinski (nipotina del defunto ma immortale Klaus), Chloe Farnworth e Helene Udy.
Al netto di una parte centrale un po’ farraginosa,“First House On the Hill” risulta essere un film abbastanza godibile, con un finale diabolico ed estremamente divertente, ammiccante per lo zoccolo duro degli amanti dell’horror della prima ora. Niente di imperdibile ma comunque da vedere, soprattutto se si è appassionati del cinema di genere.