PRESENTATO FUORI CONCORSO A VENEZIA 75, IL NUOVO FILM DI ZAHLER È UN NOIR RUVIDO E MAGNETICO CHE LASCIA IL SEGNO.

A distanza di un anno dal iperbolico prison movie Brawl in Cell Block 99, S. Craig Zahler torna a Venezia fuori concorso (purtroppo) con un’opera, la sua terza, dal titolo Dragged Across Concrete.

Autore e regista anticonvenzionale, Zahler dirige un poliziesco-noir ruvido e doloroso, come suggerisce il titolo dell’opera (letteralmente “trascinato sul cemento”), la cui durata è ampiamente superiore allo standard dei film aderenti al genere (circa 160 minuti).

Dragged Across Concrete recensione
Vince Vaughn e Mel Gibson in Dragged Across Concrete

Il regista non fa sconti e non cede alla facile tentazione di sviluppare una trama complessa, ma costruisce un mondo credibile denso di dettagli, dialoghi e scene cult. Dragged Across Concrete è permeato di una violenza che esplode come una bomba a orologeria, e di sequenze di pura tensione (anche quelle apparentemente più statiche).

La storia nonostante sia abbastanza lineare, presenta tutte le componenti del genere poliziesco: appostamenti, inseguimenti, amicizia virile e riferimenti ai vecchi film dei primi anni ottanta.
Brett Ridgeman, interpretato da Mel Gibson, e Anthony Lurasetti, impersonato da Vince Vaughn, sono due detective della città di Bullwark che vengono sospesi dopo aver utilizzato dei modi troppo veementi durante un arresto.
Tuttavia, entrambi non possono rimanere a lungo senza stipendio. Ridgeman aspira a trasferirsi in un altro quartiere per la sicurezza di sua moglie (affetta da sclerosi) e della giovane figlia, mentre Anthony – dapprima titubante – sceglie di restare fedele al suo partner aiutandolo a pedinare un sospettato per con lo scopo di intromettersi dopo il colpo e accaparrarsi il bottino. Scopriranno naturalmente che l’accesso al denaro non sarà facile.

dragged across concrete recensione
Vince Vaughn e Mel Gibson in Dragged Across Concrete

Nonostante il film di Zahler sia a tratti complesso e stratificato, i suoi punti di forza risiedono nelle splendide conversazioni e nelle caratterizzazioni dei due poliziotti/amici. Così abbiamo il serafico Anthony, italo americano dallo stile sofisticato ed elegante che ripete in continuazione “Anchovies” (acciughe), e il disilluso Ridgeman, un uomo amareggiato e razzista che si esprime con percentuali ogni qualvolta è costretto a fare delle scelte. Lungo l’intero arco narrativo, spalmato in 158 minuti, assistiamo a sequenze memorabili quali la degustazione di un panino durante un appostamento, il delirio post-parto di Jennifer Carpenter che viene presa in ostaggio nel bel mezzo di una rapina, e la “splendida” telefonata a tre che si conclude con una risposta inaspettata. Particolari, questi, che ci portano a considerare Zahler uno dei migliori “esploratori” di personaggi del panorama attuale insieme a Quentin Tarantino.

Autore di tutte le musiche, comprese le parti Jazz che si sentono alla radio, il filmmaker di Bone Tomahawk confeziona un poliziesco-noir intenso e granitico, senza dubbio tra i più interessanti degli ultimi anni. Dragged Across Concrete è un film cupo, solido, drammatico – e anche politicamente scorretto (finalmente) – che si prende tutto il tempo necessario per arrivare al nocciolo della questione definendo perfettamente i suoi personaggi, in un cinema a volte dilatato e a volte convulso, ma sempre pronto a detonare.

Una storia d’antan già raccontata altre volte, ma di quelle di cui il cinema ha ancora un estremo, e sentito, bisogno.

Andrea Scubla