A quindici anni dall’uscita nelle sale del primo capitolo della saga, Harry Potter e la Pietra Filosofale e a cinque da Harry Potter e i Doni della morte – Parte 2, il magico mondo ideato da J.K. Rowling torna a vivere sul grande schermo in Animali Fantastici e Dove Trovarli.
Intrigante e fantastico, il film di David Yates, basato su uno script dalla stessa Rowling, è ambientato in una New York che, agli albori del 900, si affaccia al macro-cosmo della magia. Newt Samander (il premio Oscar Eddie Redmayne), Magizoologo inglese arriva nella Grande Mela dopo un lungo viaggio intorno al pianeta, con lo scopo di cercare e salvare le creature fantastiche più straordinarie mai conosciute. Questi animali fantastici, custoditi con cura e amore nella propria valigia, sembrano essere piuttosto inquieti e per uno sfortunato incidente un No-Mag (un Babbano nella lingua inglese) di nome Jacob Kowalski (Dan Fogler) si lascerà sfuggire diversi esemplari creando scompiglio e portando il MACUSA (Magico Congresso degli Stati Uniti d’America) ad intervenire per evitare che la popolazione possa venire a conoscenza della loro esistenza. Sarà quindi Newt, aiutato da Tina Goldstein (Katherine Waterston) e da sua sorella, Queenie (Alison Sudol), a dover recuperare gli esserini fatati e scoprire quale forza oscura sta minacciando gli equilibri tra i due universi.
Se la tendenza di voler mettere a confronto la realtà di Animali Fantastici e quella di Harry Potter può costituire il punto di partenza per questa esperienza cinematografica, la pellicola riesce egregiamente a percorrere una via precisa e a mantenere un ritmo dinamico senza mai forzare la mano sugli stilemi della saga precedente.
E’ chiaro e palese che il film sia stato concepito per attrarre un pubblico molto ampio, legandosi alle atmosfere del franchise di Harry Potter (e non si possono nemmeno negare i lievi sussulti di eccitazione nel sentire pronunciare incantesimi e nomi familiari) per favorire l’ingresso di nuovi adepti in questa storia.
Se volessimo fare un paragone prettamente visivo e registico sicuramente saremmo portati a notare che non solo ci siamo allontani dai toni allegri e spensierati dei primi capitoli ma anche dalle sfumature più cupe di quelli finali. Animali Fantastici è un film molto più maturo nella forma, capace di toccare momenti davvero crudeli, tetri e morbosi.
Grazie all’esperienza maturata in oltre un decennio di saga, David Yates, che già aveva utilizzato un taglio più dark negli ultimi lungometraggi di Harry Potter, qui sembra raggiungere una maggiore consapevolezza nel linguaggio visivo e nella messa in scena.
Un aspetto che emerge in modo limpido nella pellicola è sicuramente l’equilibrio tra la componente comica e quella drammatica, entrambe posizionate in un delicatissimo confine. Inutile negare la fascinazione e lo stupore di fronte ad un universo fantastico che fa ormai parte dell’immaginario comune, ma che risulta completamente trasformato e resta in bilico tra realtà e illusione, elevando l’azione e la spettacolarizzazione ai massimi livelli.
Straordinario è il lavoro fatto sui personaggi che, ottimamente bilanciati, si muovono magnetici e interessanti sul grande schermo. Il protagonista (Redmayne) è circondato da un costante allure di mistero e timidezza che lo rende impalpabile ma che spinge lo spettatore a voler conoscere molto di più della sua vita e del suo passato. Menzione d’onore va a Dan Fogler che ha reso il suo personaggio una spalla comica d’eccezione.
Animali Fantastici non solo trae ispirazione dallo pseudobiblium di Scamandro ma lo arricchisce con il gusto stravagante e la cura nei dettagli di J.K. Rowling, con l’intento di strizzare l’occhio alle generazioni passate ma anche, e soprattutto, a quelle future.
Michela Vasini