logan lucky
Adam Driver, Daniel Craig e Channing Tatum in La Truffa Dei Logan
Steven Soderbergh non è certo nuovo al genere di commedia di cui fa parte La Truffa Dei Logan. La trilogia di Ocean, amata da pubblico e critica, e Out Of Sight sono ottimi esempi di come il regista americano sappia gestire grandi attori, colpi di scena e atmosfere criminali – o pseudo tali – con la giusta leggerezza.
Quest’ultimo heist movie non fa differenza, anche se non è esente da difetti.
LA SFORTUNA DEI LOGAN
La storia ruota attorno ai due fratelli Logan. Jimmy (Channing Tatum) è lavora come operaio presso il Charlotte Motor Speedway e riesce sempre meno spesso a vedere la figlia che vive con l’ex moglie Bobbie Jo (Katie Holmes).
Clyde (Adam Driver), invece, gestisce un bar e convive col suo passato: soldato in Iraq, ha perso l’avambraccio sinistro ed è costretto a portare una protesi.
Quando Jimmy viene licenziato e rischia di non poter più vedere la figlia decide di sfruttare la sua conoscenza dei tunnel sotto l’autodromo e propone al fratello di fare un colpo durante la gara più importante dell’anno. Ma per farlo, i due avranno bisogno della complicità di alcuni soggetti davvero singolari, tra cui Joe Bang (Daniel Craig), un detenuto esperto di casseforti.
Il piano viene studiato nei minimi particolari. Dall’evasione “controllata” di Joe Bang alla tempistica di tutte le fasi del colpo, però, ovviamente non va tutto secondo le aspettative e gli imprevisti non mancano.
la truffa dei logan
Daniel Craig e Adam Driver in La truffa dei Logan (2017)
Soderbergh gioca bene la carta dei personaggi. Soprattutto con Adam Driver, che ruba letteralmente la scena a tutti ogni volta che viene inquadrato, riesce a incanalare la forza comica del film. La costante fissazione del suo personaggio con la fantomatica e inevitabile sfortuna di famiglia è una miniera di dialoghi molto divertenti.
La sceneggiatura di Rebecca Blunt (forse uno pseudonimo della moglie del regista, Jules Asner) dimostra di essere solida e dà vita a una storia scorrevole, piena di sorprese.
Per quanto però sia piacevole e ben congegnato, La Truffa Dei Logan contiene alcune imperfezioni.
Innanzitutto paga molto caro il proprio minutaggio. Con una ventina di minuti in meno si arriverebbe molto più freschi alla parte finale e non si avrebbe quella sensazione di stanchezza che inevitabilmente mina la riuscita del film.
I tempi, alquanto dilatati, appesantiscono le tante sottotrame (alcune francamente inutili e che bastava accennare appena, come quella del pilota interpretato da Sebastian Stan).
IL PREMIO
Man mano che si sviluppa la narrazione principale e vengono rivelate le tante macchinazioni elaborate dal duo di fratelli, il lungometraggio non riesce a stare al passo con la sua stessa verve.
L’ultima parte, troppo tirata e quasi appiccicata come una sorta di “finale obbligato”, smorza quasi i toni brillanti di quanto visto fino a quel momento.
Resta da dire, tuttavia, che La Truffa Dei Logan rimane un film divertente e un ottimo prodotto di intrattenimento. A chi piace lo stile di Soderbergh probabilmente farà passare un eccellente paio d’ore. In generale, nonostante i difetti di scorrevolezza, il film risulta godibile e non si prende mai troppo sul serio. Un mix del genere si rivela fondamentale per una commedia autoriale di questo stampo.
Per usare analogie motoristiche, anche se la corsa de La Truffa dei Logan dura qualche giro di troppo e la Safety Car occasionalmente rallenta un po’ troppo il ritmo, lo champagne sul podio non fa in tempo a sgasarsi.