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credit by Tristan Fewings, Getty Images Entertainment
Si avvicina il fine settimana e il 59° BFI London Film Festival entra nel vivo. Il secondo giorno ha un programma ricco, è contraddistinto da debutti importanti, alcuni dei quali giunti direttamente dalla Mostra del cinema di Venezia, e la tensione fa da padrona.
Il gala del giorno è dedicato a The Program, film già arrivato nei nostri cinema, diretto da Stephen Frears (il regista di The Queen, del frizzante Tamara Drewe e del toccante Philomena), dedicato alla vita – decisamente movimentata – del ciclista Lance Armstrong. Gli amanti dello sport e delle storie vere avranno pane per i loro denti, gli altri potrebbero preferirgli un’opera prima attesissima: Son of Saul di Laszlo Nemes, in concorso qui a Londra dopo aver vinto il Grand Prix Cannes ed essere stato applaudito sia a Toronto sia New York. Una pellicola di un’intensità straziante che riesce a colpire, nonostante tanti illustri predecessori, nel trattare un tema delicato come quello dell’olocausto. Saul è ebreo, è prigioniero ad Auschwitz e il suo compito è tremendo: aiutare a compiere lo sterminio dei suoi simili in modo… pulito. E mi fermo qui. Non aspettatevi immagini a effetto, non è un horror, è solo orribile ciò che viene narrato, perché tocca un capitolo terrificante e indelebile della storia recente, impossibile da edulcorare.
Due, invece, le presenze illustri in arrivo dalla Mostra del Cinema di Venezia: il polacco 11 Minutes e l’italiano L’attesa di Piero Messina con Juliette Binoche.
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11 Minutes di Jerzy Skolimowski
Il thriller di Jerzy Skolimowski ha catalizzato tutti e, con un regista dalla biografia tanto ricca (classe 1938, un’infanzia segnata dal Nazismo, un’adolescenza turbolenta e un’età adulta avvincente), dovevamo subito renderci conto che avrebbe vinto la sua scommessa. 11 Minutes è drammatico, carico di suspense e riesce a intrecciare storie, tanto indipendenti quanto enigmatiche, con maestria e coraggio, riuscendo a sorprendere anche il pubblico più esigente. Preparatevi, infatti, a essere catapultati nelle vite di un folto gruppo di persone e ad assistere – in presa diretta – a 11 specifici minuti della loro giornata. Il risultato sarà spiazzante.
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The Invitation di Karyn Kusama
La tensione è perdurata sino a tarda sera. L’ultimo film è stato il thriller The Invitation di Karyn Kusama, regista americana di origini giapponesi nota ai più per aver diretto il fanta-action Aeon Flux e la black comedy Jennifer Body. L’autrice, presente in sala, si tuffa nel thriller, si addentra nei meandri più fragili dell’essere umano, nei suoi mille modi di gestire il dolore in pubblico e privato. Intorno ad un tavolo ci sono dodici persone che verranno provocate prima di togliere (a loro e anoi) l’aria. Credete di prevedere il risultato? Probabilmente state andando nella direzione sbagliata.
Domani sarà la volta di Room di Lenny Abrahamson, manteniamo i nervi saldi.
Vissia Menza