I 5 migliori Classici Disney

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Quali sono i vostri Classici Disney preferiti?
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Walt Disney Pictures

Quali sono i vostri Classici Disney preferiti?

Una volta non era Natale se non aspettavamo nel letto, o in sala, trepidanti nell’attesa dell’arrivo di Santa Claus. Prefiguravamo la felicità e l’eccitazione di aprire i regali, ignari della delusione che ci avrebbe pervaso nel momento in cui al posto di Emiglio il Meglio trovavamo l’ennesimo pigiama, o la sciarpa fatta a mano dalla zia.
Ora, con qualche anno in più sulla carta d’identità, le feste natalizie sono sinonimo di Classici Disney alla TV. Quelli trasmessi sul piccolo schermo, e con bulimico piacere divorati con gli occhi, non sono semplici film d’animazione; sono condotti spazio-temporali capaci di trasportarci indietro nel tempo, quando tutto era un gioco e il nostro più grande pensiero era scegliere con quale colore evidenziare il libro di antologia delle elementari.
Riuscire a stilare una classifica dei classici Disney è un po’ come scegliere a quale genitore vuoi più bene. Da Biancaneve a Robin Hood, passando per Il libro della giungla a Fantasia, tutti i cartoni animati usciti dalla maison di Topolino sono tasselli imprescindibili nella formazione del nostro puzzle d’infanzia. Ci hanno accompagnato nel nostro percorso di crescita, ci hanno fatto da guida nel nostro cammino personale. E poi ci hanno traumatizzato (Bambi e Dumbo vi dicono niente?), fatto ridere, cantare, ballare, innamorare, ma soprattutto ci hanno insegnato valori e atteggiamenti a volte troppo difficili da spiegare a parole. Sarà un’impresa dura questa che stiamo tentando, eppure abbiamo deciso di provarci. C’è chi concorderà, e chi invece odierà le nostre scelte. Dopotutto se è vero che siamo tutti diversi, è normale che ognuno di noi, in base al proprio percorso di crescita e alla propria singola personalità, privilegerà un titolo rispetto ad un altro.

Classici Disney

5. LA SIRENETTA (1989, regia di Ron Clements e John Musker)
“In fondo al mar”; l’arricciaspiccia; Ursula e Flounder. Dalle canzoni, ai modi di dire, fino ai personaggi divenuti simboli autentici della nostra memoria collettiva, La Sirenetta non è solo l’antesignana del periodo storico del “Rinascimento Disney”, o una delle principesse preferite dalle bambine. Il lungometraggio d’animazione di Ron Clements e John Musker, basato sull’omonima fiaba di Hans Christian Andersen, è soprattutto un regno abitato da personaggi indimenticabili che hanno reso le nostre vacanze al mare delle vere e proprie avventure. Alzi la mano chi, infatti, in spiaggia non si è messo alla ricerca di Sebastian, o del regno di Re Tritone. Uscito al cinema nel 1989, La Sirenetta si è imposto come uno dei cartoni più amati dal pubblico, tanto da infarcire con le sue citazioni il nostro linguaggio quotidiano. Sfidiamo chiunque a non aver detto almeno una volta nella vita “è stato un piacere tesoro; è stato un piacioro”.

4. GLI ARISTOGATTI (1970, regia di Wolfgang Reitherman)
Adelaide, ma questa è la Carmen”. No, è un jazz portentoso, una musica coinvolgente, una felicità incontenibile capace di sovrastare ogni miagolio o trame arriviste messe a punto da maggiordomi invidiosi. Gli Aristogatti sono e saranno dei compagni fedeli e un po’ ribelli, curiosi e furbi. In loro si nascondono le diverse anime dei sognatori in formato “animale domestico”, o degli innamorati, anche di quelli più selvaggi e restii a mostrare i propri sentimenti. Se “tutti quanti voglion fare jazz” è altresì vero che tutti (o quasi) dopo aver visto questo classico del 1970 si sono chiesti dove fosse Timbuctu.

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3. HERCULES (1997, regia di Ron Clements e John Musker)
Uno dei classici più sottovalutati di casa Disney. Dietro la storia del figlio di Zeus si nasconde molto più che un semplice strumento di intrattenimento. La voglia di farcela, di andare oltre i propri limiti riscoprendo se stessi; l’abbraccio di una famiglia ben più potente di qualsiasi folla acclamante o di una fama inattesa; l’amore, quello vero, che ti fa arrossire e diventare veramente forte. Hercules è tutto questo. Se poi hai un villain come Ade vinci a mani basse.

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2. IL GOBBO DI NOTRE DAME (1996, regia di Gary Trousdale e Kirk Wise)
Ispirato a un classico della letteratura del 1831 (Notre-Dame de Paris di Victor Hugo) ambientato a sua volta nella Parigi del 1482, Il gobbo di Notre Dame è circondato da un’aura di atemporalità e trascendenza. Nel film si ritrovano, infatti, ingiustizie, dolori, ineguaglianza sociale e discriminazioni attuabili sia al XV secolo che al nostro. Il denigrare chi ci appare come “diverso”, il ridere delle tristezze altrui, nonché la figura della donna come simbolo di passione e di coraggio, sono elementi che questo classico Disney ci ha insegnato, ahimè, a non conoscere età. Con semplicità e quel tocco di divertimento tipico della tradizione di casa Disney, Il gobbo di Notre Dame ha tentato di spiegare ai cittadini di domani i concetti che ci possono apparire come scontati, come l’uguaglianza e il rispetto verso il prossimo. Ma visti i tempi che corrono essi appaiono spesso dimenticati. Un lungometraggio da guardare, ora più che mai.

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1. IL RE LEONE (1994, regia di Rob Minkoff e Roger Allers)
Amore, odio, speranza, morte, rinascita. Quello narrato ne Il re leone non è solo il “cerchio della vita”, è una giostra lanciata a mille all’ora con cui i registi Roger Allers e Rob Minkoff sono riusciti a riassumere in un’ora e mezza tutte i sentimenti possibili che un essere umano può provare. La cosa sorprendente è che a farsi portavoce di queste sfumature emozionali e senza tempo siano stati degli animali. Rimossi i soggetti antropocentrici, desunti quasi sempre dalle favole o da miti lontani, si fa avanti nell’universo selvaggio e libero de Il re leone un’influenza shakespeariana (si pensi a Riccardo III) capace di dar vita a vizi e virtù insiti nel genere umano dalla notte dei tempi. Uno specchio che riflette noi stessi, in cui guardarsi e ritrovare pregi e difetti. C’è ognuno di noi ne Il re leone, soprattutto le nostre lacrime, con le quali abbiamo ricoperto – e sporcato – il nastro della cassetta (o il disco del DVD). Se poi ci mettiamo una colonna sonora in perfetta armonia con l’apparato visivo come quella di Elton John, l’amore per questo cartone è sempre “nell’aria”, tutti i giorni a tutte le ore. È un universo in cui immergersi e lasciarsi ammaliare quello de Il re leone. Un universo da amare “hakuna matata”, ossia “senza pensieri”.

BONUS TRACK
Le follie dell’imperatore. Anna Marchesini come Izma. Luca e Paolo voci di Kuzo e Kronk. I broccoli e le 99 scimmie che saltavano sul letto. Se non lo avete visto recuperate questo film divertentissimo.