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L’attore Alessandro Borghi

Sguardo accattivante, occhi da birbante, cuore scintillante, il suo nome è… Alessandro Borghi.
Ed è uno dei migliori attori del panorama italiano contemporaneo.

Nato sotto il segno della Vergine l’affascinante 32enne romano dallo sguardo gentile, sostenitore della gentilezza e bontà d’animo, sta letteralmente spiccando il volo mettendo a segno ruoli e interpretazioni incredibili e svariate.
Nella Roma in cui è cresciuto Alessandro ha mosso i suoi primi passi come attore alla ricerca del ruolo perfetto partendo dall’interpretare un giovane ragazzo di Roma Est nel film Cinque e qualche anno dopo il commissario Lanzi in Roma Criminale.
La svolta nella carriera di Borghi arriva nel 2015, quando percorre il red carpet della 72esima Mostra del Cinema di Venezia, insieme agli amici e colleghi Luca Marinelli e Valerio Mastandrea, per presentare il film di Claudio Caligari Non essere cattivo. La sua interpretazione del borgataro Vittorio è incredibile e il sogno comincia a diventare realtà.
Sempre nel 2015 Borghi interpreta il personaggio di Aureliano Adami nel noir di Stefano Sollima Suburra. Il grande successo del film, che lo porta ad ottenere una candidatura ai David di Donatello, fa da apri pista per la creazione dell’omonima serie targata Netflix.
E così arrivano la fama, i riconoscimenti e il privilegio di essere il primo “madrino” del Festival del Cinema di Venezia nel 2017.

Alessandro ha fatto dell’impegno e della passione per la settima arte il suo pane quotidiano crescendo come professionista ma rimanendo un ragazzo con i piedi per terra e la voglia di divertirsi.

Negli anni seguenti lavora in pellicole come Fortunata, che gli vale il Nastro d’Argento come Miglior attore non protagonista, The Place di Paolo Genovese e Napoli velata di Ferzan Özpetek.
Le sfide per Borghi più sono difficili più diventano le occasioni perfette per superare se stesso. Nel 2018 si trasforma, letteralmente, in Stefano Cucchi nel film Sulla mia pelle: qui riesce a esprimere in modo straordinario il dolore e la sofferenza del giovane Cucchi.
“Una prova emozionante quella dell’attore romano che mostra il malessere quasi soltanto utilizzando la sua fisicità scarna e ferita, andando oltre la barriera della sostanza corporea, fino a far vibrare il “martirio” interiore. Borghi entra nel suo scheletro, nelle sue sue ossa, nella sua pelle, durante tutto il tempo della pellicola. Decisamente la sua interpretazione migliore. Potente e vibrante.” (qui la recensione)
Il 31 gennaio uscirà nelle sale italiane Il primo re, il nuovo film di Matteo Rovere con Alessio Lapice e Alessandro Borghi. I due vestiranno i panni di Romolo e Remo e reciteranno in proto-latino, ricoperti di fango e con i volti provati. Il prossimo mese, più precisamente il 22 febbraio, sarà disponibile su Netflix la seconda stagione di Suburra dove ritroviamo il “non più biondo” Aureliano ripulito dal look da ragazzino di provincia; una crescita sia per il personaggio che per Alessandro stesso.
La carriera di Alessandro Borghi è costellata di personaggi ruvidi, scomodi, intriganti, che a volte si spingono al limite per ritagliarsi un posto nel mondo. Anime in tumulto, occhi grandi che implorano, lividi sul corpo e sotto la superficie. Ed è solo l’inizio. Che Dio lo benedica, sempre.