intervista ermanno dantini Enfants perdus
Foto dal set del corto Enfants perdus (2017) di Ermanno Dantini
Abbiamo intervistato il giovane regista Ermanno Dantini, autore del corto “Enfants perdus”, da noi recensito di recente (qui). Ecco cosa ci ha raccontato!

Buongiorno Ermanno! Dove e come nasce la tua grande passione per il cinema?

La mia passione mi è stata trasmessa da mio padre che era un amante del cinema, però se dovessi ricordare un momento in particolare mi viene in mente quando avevo 5 anni e i miei genitori regalarono un computer a mio fratello che poi è diventato è ingegnere, e un videoregistratore con la cassetta del Batman di Tim Burton a me e l’ho vista circa 5 volte di fila.

Sei stato assistente alla regia in “Amiche da morire” di Giorgia Farina. Come andò in quell’occasione?

Esperienza stupenda. Per me era la prima volta su un set professionista e ho fatto tesoro di tutto quello che ho imparato e delle persone che ho conosciuto. Vedere Giorgia a lavoro è stata una fonte di ispirazione, ma anche di speranza perchè era una regista giovane al suo primo film e ho pensato di poterci riuscire anche io. In quella occasione ho conosciuto anche Luigi Spoletini che mi ha dato una mano a realizzare Enfants Perdus.

Hai fatto molta gavetta sui set americani?

Sì ho lavorato anche su set americani, ma l’esperienza è stata un po’ diversa. Il mio ruolo era più marginale, mentre sul set italiano avevo delle responsabilità di un certo livello e mi sentivo più partecipe. Sui set americani è tutto più grande e io ero alle prime armi, ma vedere lavorare Haggis o Guy Ritchie è stato bellissimo. Ho cercato di rubare qualcosa da loro, del loro modo di lavorare, e ascoltare quello che succedeva accanto a me. Se vuoi imparare devi capire come funzionano le varie sinergie su un set.

Hai lavorato sul set della famosa serie tv de “I Borgia”! Come ti sei trovato?

Come per i set americani è stato bello, ma un po’ lontano dalla parte creativa. Vedere il reparto dei costumi in particolare per I Borgia è stato molto interessante ed è un’esperienza che porto comunque con me.

Cosa ci puoi dire del tuo corto “Lucio e Leucio”?

Lucio e Leucio l’ho girato nel 2012 ed era commedia nera di due ragazzi sordomuti che decidono di rapinare un supermarket. Tutto prende una piega grottesca, quasi comica. Il corto inizialmente dovevano girarlo in 3 giorni, ma poi abbiamo modificato alcune cose per farlo in 2 giorni. Limiti di budget enormi, con una troupe di 4 persone. Con il suono in presa diretta con la Canon però si è perso qualcosa, come i versi dei protagonisti per esprimersi come sordomuti. Comunque è stata una bella esperienza, come quel cinema low budget che in fondo è spesso l’inizio per un filmmaker.
Enfants perdus
Foto dal set del corto Enfants perdus (2017) di Ermanno Dantini

Raccontaci di “Enfants perdus”

Inizialmente Enfants Perdus era un progetto diverso. Adriano era un bambino lasciato in disparte dai genitori troppo presi dal lavoro, e viene avvicinato da un reduce di guerra che gli raccontava la sua esperienza, Quando ho fatto leggere la sceneggiatura però mi è stato detto che sembrava la fine di un film, come se mancasse il resto della storia. Così prendendo spunti da articoli di giornali, ho scritto questa nuova versione, mantenendo l’assenza della figura adulta nella vita di un bambino e di come questo può incidere in modo negativo sul futuro.

Come è stato selezionato il cast di “Enfants perdus”?

Una delle parti più interessanti. Io vivo all’estero, quindi ricordo che abbiamo fatto tutto in 20 giorni. Prendevo delle ferie dal lavoro, tornavo in Italia e dovevo organizzare tutto per non perdere troppo tempo. Luigi Spoletini lo ringrazio molto perchè anche in mia assenza continuava a seguire la cosa. Abbiamo fatto i provini in tre giorni, e per trovare alcuni ruoli come quello di Lidia Vitale che non ha bisogno di presentazioni, è stato semplice, ma per esempio per trovare Adriano ho visto una sessantina di bambini ma non mi convincevano. Quando ho visto Christian invece ho visto nei suoi occhi quella realtà che volevo raccontare, forse anche perchè lui è di Tor Bella Monaca e quella realtà fa parte di lui. Ero un po’ titubante perchè cercavamo un bambino di 10 anni, ma lui ne aveva 7. Lui però era molto timido durante i provini, ma ho accettato il rischio e alla fine mi ha ripagato molto bene.

Quali sono i tuoi film preferiti?

Sicuramente Gus Van Sant, trovo i suoi film fonte di ispirazione. Il mio film preferito però è Qualcuno volò sul nido del cuculo, dagli attori alla sceneggiatura e regia, adoro ogni cosa di quel film.

Tra i film italiani invece?

Non saprei come rispondere perchè vivo da 4 anni all’estero e non seguo più molto. Ho visto per esempio Perfetti Sconosciuti, film strepitoso ma non so molto altro del cinema italiano attuale.

Progetti in cantiere per il futuro?

Sto lavorando su una mia sceneggiatura che ho scritto qualche anno fa. La trovo molto interessante perchè attuale, moderna. E’ un dramma. Spero di poterne fare un film in futuro.