Caterina Cioli Puviani
Caterina Cioli Puviani

Abbiamo intervistato l’attrice bolognese Caterina Cioli Puviani, tra le protagoniste dell’horror “Clara – The Movie” di Francesco Longo e del cortometraggio “Khalimbu” di Nicola Pattaro Pegg. Ecco cosa ci ha raccontato.

Buongiorno Caterina! Quali sono i primi film che ti hanno fatta innamorare del cinema?
Buongiorno a tutti. Sicuramente il mio amore verso il cinema si è sviluppato attraverso un lungo processo, che credo sia partito da film fantastici o di avventura come “Harry Potter”, “Narnia”, “La storia infinita” e “Mary Poppins” durante la mia infanzia, continuando con film più romantici durante la mia adolescenza, come “Twilight” o “Le pagine della nostra vita”. Il film che, però, mi ha colpita maggiormente, e che è tuttora il mio preferito, è “Grease”. L’ho visto per la prima volta a 14 anni, e da quel momento ho sempre sognato di recitare la parte di Sandy, anche perché è un personaggio che mi rispecchia abbastanza, sia nella prima parte che quando si trasforma, nel finale.
Ti ricordi del primo film visto in una sala cinematografica?
Credo che il primo film che io abbia visto al cinema sia stato “Harry Potter e la pietra filosofale”. Avevo appena 6 anni, ma mi ricordo che è stata un’esperienza stupenda. A me, così piccola, è sembrato realmente di vivere la storia del maghetto e di entrare nel magico mondo di Hogwards, dove bastava muovere una bacchetta per far volare una piuma, dove si poteva conversare con i quadri, dove esistevano davvero dei fantasmi buoni e dove un bambino poteva salvare la sorte di un intero mondo. Forse questa è stata un’esperienza che mi ha inconsciamente fatto credere che, se fossi entrata nel grande schermo, avrei potuto accedere ad altri mondi e vivere forti emozioni. D’altra parte, recitare significa proprio questo.
La tua prima apparizione in un cortometraggio è, correggimi se sbaglio, “Sono Cesare ma chiamatemi Mimmo”, di Orfeo Orlando. Che tipo di esperienza è stata?
Esattamente. Era appena concluso il corso di recitazione cinematografica a cui ho partecipato nel 2017 e il mio insegnante, il grandissimo attore Orfeo Orlando, mi ha chiesto di recitare la parte di Caterina, la ragazza di Cesare Alberti, un talentuoso calciatore del Bologna degli anni 20. Mi sono sentita veramente onorata di questa richiesta, poiché non avevo avuto ancora alcuna esperienza davanti alla telecamera; è stata una grande dimostrazione di fiducia nei miei confronti da parte del mio maestro. Ho colto l’occasione al volo e devo dire che mi ha fatta crescere molto! Durante le mie scene ho dovuto interagire principalmente con il protagonista, interpretato da Luca Comastri, che è stato bravissimo nel supportarmi nella mia iniziale timidezza e nell’instaurare con me un rapporto tale da riuscire ad apparire una coppia veramente innamorata nel cortometraggio.
Hai avuto una parte in un varietà comico-musicale, “Donne in scena”. Come andò in quell’occasione?
Partendo da un’idea dei comici bolognesi Gianluca Roncato (che ho conosciuto sul set di “Sono Cesare ma chiamatemi Mimmo) e Maurizio Grano, io e altre sei ragazze abbiamo con loro creato “Donne in Scena”, uno spettacolo comico-musicale con il quale abbiamo conquistato ben cinque sold-out! Poiché il nostro gruppo ha fin da subito apprezzato la mia comicità non-sense (di cui prima non ero neanche del tutto consapevole), abbiamo deciso insieme che il mio ruolo sarebbe stato quello di presentatrice, insieme a Gianluca e Maurizio. Ogni volta che proponiamo questo spettacolo io mi diverto tantissimo, anche perché ho l’onore di presentare le mie talentuosissime compagne, con le quali ho stretto un rapporto che per me è molto importante.

Hai un ruolo centrale in un horror molto atteso quest’anno, “Clara – The Movie” di Francesco Longo. Raccontaci tutto.
“Clara – the movie” è un progetto molto interessante, frutto della grande passione del regista Francesco Longo e di tutti coloro che hanno collaborato alla sua realizzazione. Per me la possibilità di recitare in questo lungometraggio ha avuto un significato enorme poiché è stata la mia prima esperienza sul set di un film vero e proprio e devo dire che è stata super positiva. Fin dal casting Francesco ha creduto subito in me, affidandomi un ruolo centrale come quello di Sara, una giovane ragazza appassionata di occultismo e di fantasmi e aiutandomi a credere in me stessa e nelle mie capacità. Questa esperienza è stata una doppia sfida, perché il film è stato girato in inglese, ma il clima sereno che ha caratterizzato i giorni delle riprese e la troupe piena di energia e pronta ad aiutarmi mi hanno permesso di dare il meglio di me e di farmi provare un enorme senso di soddisfazione. Non posso far altro che essere grata a tutto il cast.
Sei la protagonista anche di un cortometraggio del giovane regista veneto Nicola Pattaro Pegg, “Khalimbu”. Ce ne puoi parlare?
Sul set di Clara ho avuto il piacere di conoscere il giovane regista Nicola Pattaro, che mi ha concesso l’onore di partecipare al suo cortometraggio horror “Khalimbu”. Nonostante la sua giovane età, ha dimostrato di possedere un enorme talento, creando una storia dalla grande potenza evocativa, capace di far riflettere su temi importanti, come quello della morte. I giorni trascorsi sul set sono stati meravigliosi, poiché ho trovato persone molto preparate sul piano tecnico, ma anche cordiali e piacevoli, che mi hanno fatta sentire parte di una vera famiglia. Alcune scene del cortometraggio si sono rivelate particolarmente impegnative, poiché caratterizzate da una grande intensità emotiva, richiedendomi un profondo impegno. Nonostante la mia iniziale insicurezza ciò si è rivelato un importante stimolo che ha mi ha permesso di esprimere emozioni molto profonde, rendendo le scene molto efficaci. Dopo tutto, non c’è miglior insegnante delle difficoltà.
Quali sono i tuoi cult preferiti ed i generi cinematografici che più ami?
Sinceramente non ho un genere cinematografico preferito, in quanto mi piace spaziare tra le diverse tipologie di film. La qualità che apprezzo maggiormente in un film è quella di far riflettere: per questo ogni volta che ne guardo uno, cerco di capire cosa mi può insegnare per migliorarmi nella vita di tutti i giorni. Mi piace guardare film biografici, che raccontano la vita di persone famose, come nel recente “Bohemian Rhapsody”, dove ho scoperto come non fosse stato affatto semplice per lo stesso Freddie Mercury affermarsi come cantante, poiché inizialmente pochissime persone credevano in lui. Il mio regista preferito è Woody Allen, di cui apprezzo la fantastica comicità e la sua capacità di far confluire nei suoi lavori la sua passione per la letteratura, la psicoanalisi, la filosofia e la città di New York.
I tuoi film horror preferiti?
Ogni volta che mi viene rivolta questa domanda scoppio a ridere, perché la risposta è spesso inaspettata: io non guardo film horror, perché mi fanno troppa paura. Credo di averne “visti” due nella mia vita, e metto “visti” tra virgolette, perché ho passato tutto il tempo con la mano davanti alla faccia o con gli occhi chiusi e le orecchie tappate. Credo che questo sia dovuto al fatto che mi immedesimo molto nei personaggi dei film e, come una bambina, non riesco ad auto-convincermi che quello che appare sullo schermo si tratta di finzione. Mentre recito, invece, anche se provo realmente i sentimenti del mio personaggio, riesco a rendermi conto del fatto che non si tratta di eventi reali. Credo, però, che dopo la loro uscita, “Clara – teh movie” e “Khalimbu” diventeranno i miei horror preferiti.

Ti piace leggere? Quali sono i libri che ti porteresti in un’isola deserta?
Come i film, anche i libri mi permettono di viaggiare con la mente, di vivere nuove esperienze e di esplorare luoghi mai visti. Nella mia vita ho letto diversi generi di libri, ma devo dire che quelli che apprezzo di più sono i gialli (adoro Agatha Christie) e quelli romantici. Il mio scrittore preferito è Alessandro D’Avenia, per la sua grande abilità nel giocare con le parole, con i loro suoni e con la loro etimologia, creando così una letteratura poetica, ricca di interessanti collegamenti storici e letterari. Credo che i suoi libri sarebbero di gran sollievo in un’isola deserta. Ultimamente mi sto anche interessando a libri sulla meditazione e sulla crescita personale: li trovo un efficace aiuto per permettermi di tirare fuori il meglio di me.
Progetti futuri in campo cinematografico?
Sicuramente ho in programma di iscrivermi ad una scuola di recitazione cinematografica, poiché sono consapevole di aver ancora tantissimo da imparare. Sono solo all’inizio della mia carriera, se posso chiamarla così, e, sebbene la mia passione sia molto forte, non è sufficiente per raggiungere i miei obiettivi. Sarò inoltre, coinvolta in alcuni progetti che prevedono una collaborazione con il giovane regista Manuel Cavallina e con Francesco Longo con i quali, sul set di “Clara – the movie”, ho scoperto di aver un’ottima complicità e di cui apprezzo molto la professionalità e l’entusiasmo con cui colorano i loro lavori. Non rivelo nient’altro, poiché ci saranno delle sorprese.
Vuoi fare un saluto ai tuoi fan ed ai lettori di CineAvatar?
Certamente. Dopo essermi brevemente raccontata e aver condiviso con voi alcuni aspetti della mia più grande passione, spero di aver reso questi pochi minuti della vostra giornata piacevoli. Ringrazio tutte le persone che mi seguono e che mi dimostrano tutti giorni il loro affetto, senza le quali non potrei rincorrere i miei sogni, perché mi danno la forza di continuare a lottare anche nelle difficoltà. Saluto calorosamente te, Massimo, e tutti i fan di CineAvatar, e vi ringrazio per avermi concesso un piccolo spazio, che per me ha un valore enorme.