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“Siamo pronti a credere in voi!”
Ancora oggi, dopo trent’anni dalla sua release ufficiale, Ghostbusters-Acchiappafantasmi è considerato un cult movie del cinema. L’opera del regista Ivan Reitman (Draft Day, Evolution, I Gemelli) esce dagli schemi fantasy tradizionali e si contorna di una comicità e un’ironia uniche nel loro genere.
Fin dai primi fotogrammi si respira l’aria di una fantastica New York degli anni ’80, nella quale i tre ricercatori di parapsicologia Peter Venkman (Bill Murray), Raimond Stantz (Dan Aykroyd) ed Egon Spengler (Harold Ramis), una volta esauriti i contributi pubblici, vengono cacciati dall’università con l’accusa di essere dei ciarlatani. Contattati dalla Biblioteca Pubblica di New York sulla 5a strada, si trovano per la prima volta (e non senza un’elevata dose di stupore) di fronte a un’entità ectoplasmatica, quella dell’ex bibliotecaria Eleanor Twitty, nota come “la signora in grigio”. Raccolti alcuni campioni, il simpatico trio inizia a valutare le potenzialità delle proprie scoperte e decide di avviare una nuova attività, sfruttando la scia di eventi paranormali che, con effetto domino, stanno sconvolgendo la città.
Grazie al dono della dialettica, Peter convince Ray a mettere un’ipoteca sulla sua casa d’infanzia, così che i tre squattrinati dottori del paranormale possano dare il via alla loro avventura come Acchiappafantasmi a pagamento. Non manca proprio nulla: una vecchia sede dei vigili del fuoco come quartier generale, un’ambulanza modificata come veicolo di emergenza (l’iconica Ecto-1) e una pungente (quanto simpaticissima) segretaria di nome Janine Melnitz (Annie Potts). Inoltre, il genio di Egon permette agli scenziati di mettere a punto alcune sofisticate apparecchiature e tecnologie all’avanguardia come il celebre zaino protonico, in grado di catturare l’energia psicocinetica dei fantasmi tramite flussi di particelle.
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“Perché preoccuparsi? Ognuno di noi porta sulla schiena un acceleratore nucleare non autorizzato”
Inizialmente, la sola cliente a presentarsi in sede è Dana Barrett (Sigourney Weaver), una violoncellista che, all’interno del frigorifero del suo appartamento, assiste all’apparizione di due spaventose entità che, avvolte dalle fiamme, invocano il nome Zuul. La donna decide quindi di rivolgersi ai tre professionisti del settore. Tuttavia, la fama vera e propria arriva con la chiamata da parte di un grande albergo di lusso, il Sedgewick Hotel, infestato da un buffo fantasmino di colore verde, soprannominato Slimer dal Dr. Venkman (“He slimed me!”) e che, nel sequel del film, diventerà poi la mascotte del gruppo. Il team può dirsi completo quando, per far fronte alla crescente mole di lavoro, viene infine assunto l’apprendista Winston Zeddemore (Ernie Hudson).
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“Mi ha smerdato!”
Nel momento in cui Dana Barrett e il suo sventurato vicino di casa, Louis Tully (Rick Moranis), vengono entrambi posseduti, gli Acchiappafantasmi scopriranno che questa ingente ondata di spettri sta anticipando il ritorno sulla Terra di un’antica divinità sumera. Nonostante i pericoli siano sempre in agguato e lo spietato funzionario del Dipartimento dell’Ambiente Walter Peck (William Atherton) li accusi di eseguire illegalmente il loro lavoro, i nostri eroi dovranno unire le forze per impedire che, sulla città di New York e sul resto del mondo, si abbatta una calamità di proporzioni bibliche.
Forse non tutti sanno che, inizialmente, era previsto che l’istrionico personaggio di Peter Venkman fosse interpretato da John Belushi (compagno di Aykroyd in Blues Brothers); la prematura morte dell’attore nel 1982, tuttavia, portò a una radicale rielaborazione dello script di partenza. Il cast avrebbe dovuto includere anche Eddie Murphy come Winston Zeddemore ma quest’ultimo si trovava al momento impegnato a girare il primo capitolo della serie di Beverly Hills Cop.
In soli 107 minuti di durata, una raffica ininterrotta di battute memorabili e gag efficaci, nonché di scene dagli effetti speciali di attuale riuscita, eleva questa pellicola allo status di leggenda del cinema, complice l’essere riusciti a dar vita a un prodotto per un pubblico di tutte le età. Ogni singola sequenza o dialogo si rivela un piccolo capolavoro di narrazione comica, dove tutto è curato nei minimi dettagli e l’estrema fisicità dei quattro eroi protagonisti accresce senza sosta il potenziale dei concetti scritti su copione.
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“Va bene, la signora è da tostare!”
L’idea di Ghostbusters nacque dalla passione di Dan Aykroyd per i fenomeni paranormali. Dopo aver letto un’articolo sulla fisica quantistica e la parapsicologia, all’attore venne lo spunto per un film fantastico con il nome provvisorio di Ghost Smashers. La pellicola di Reitman, nella sua forma finale, cita infatti apertamente “Gli Scacciafantasmi”, omonimo cortometraggio Disney del 1937 che vedeva Pippo, Paperino e Topolino impegnati come improbabili cacciatori di spettri a bordo di un’ambulanza. La vettura dei Ghostbusters è appunto un’ambulanza Cadillac datata 1959. Dan Aykroyd disse di essersi ispirato anche ad alcuni film con protagonista l’inglese Bob Hope, come Il Fantasma di Mezzanotte (1939) o La Donna e lo Spettro (1940).
In principio, Aykroyd aveva preparato una storia molto più ambiziosa, con i quattro protagonisti che, dotati di tute simili a quelle degli SWAT, attraversavano lo spazio e altre dimensioni per catturare i fantasmi. In quel periodo, l’attore stava collaborando con Ivan Reitman per una commedia ispirata al romanzo Guida Galattica per gli Autostoppisti (1979) di Douglas Adams. Il filmmaker rimase così affascinato dall’idea da abbandonare il progetto in questione per dedicarsi alla sceneggiatura di Ghost Smashers (poi rinominato Ghostbusters). Mentre il film prendeva forma, le armi furono ridimensionate a zaini protonici e le tute rese più vicine a quelle dei vigili del fuoco, soprattutto per problemi legati al budget. Inutile dire che la pellicola si rivelò il più grande successo del 1984, generando poi un sequel (Ghostbusters II del 1989) e due serie animate.
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“Who you gonna call?”
La prima versione dell’inconfondibile colonna sonora (accompagnata dallo storico singolo di Ray Parker Jr.) è stata pubblicata l’8 giugno 1984, mentre la versione orchestrale è stata composta ed eseguita da Elmer Bernstein e distribuita nella sua interezza solo nel 2006. Nonostante la maggiorparte delle scene fosse stata girata in tutta fretta tra la fine dell’ottobre 1983 e l’inizio del febbraio 1984 e la distribuzione nelle sale non avvenne prima del giugno successivo, per il pubblico di allora fu amore a prima vista e il film rimase per cinque settimane consecutive primo in classifica. Ancora oggi, non si può che adorare un film come Ghostbusters, che continua a divertire e far sognare davvero tutti e, per questo motivo, è entrato di diritto nella storia del cinema fantastico.
Moreno Sgariglia
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